Uno spettacolo per gli occhi. Questo è Harold Halibut, e lo voglio dire sin dall'inizio. Al di là della sua narrativa, del comparto di gioco, del tempo impiegato per realizzarlo. Il risultato è quello che conta, e qui il risultato è delizioso, perché la grafica in stop-motion fa uno strano e piacevole effetto all'interno di un videogioco. Come si direbbe in certi casi, è un'esperienza visiva unica nel suo genere. Però è anche qualcosa di più, perché indaga il mondo delle emozioni e degli affetti, cerca di andare oltre la superficie della "classica storia da videogioco". Non sempre ci riesce, e se volete capire perché dovete leggere la recensione completa a seguire.
Scheda videogioco
- Publisher Slow Bros.
- Sviluppatore Slow Bros.
- Genere Avventura grafica
- Numero giocatori Giocatore singolo
- Lingua Inglese
- Disponibile su
Cos'è Harold Halibut
Harold Halibut è un'avventura narrativa con una caratteristica speciale: la grafica è realizzata a mano con la tecnica della stop-motion. Se non sapete di cosa sto parlando, si tratta della tecnica usata per girare film come Galline in fuga, Wallace & Gromit, Fantastic Mr.Fox, Nightmare Before Christmas e tanti altri. Sicuramente avrete visto qualche video breve anche sui social, dove ci sono migliaia di piccoli corti fatti in stop-motion tipo questo.
Lo studio di sviluppo che ha avuto l'idea di creare un intero videogioco in stop-motion si chiama Slow Bros. ed è stato fondato in Germania. Per portare a compimento l'idea ci sono voluti 12 anni, visto che lo sviluppo è iniziato nel 2012. Una vera impresa.
Ogni singolo elemento del gioco è stato fatto a mano da artisti, scultori, modellisti. I personaggi sono tutti doppiati a voce (in inglese), c'è un grande sforzo registico per rendere l'esperienza più cinematografica possibile.
Purtroppo, tra tutto questo, manca la lingua italiana, non solo per il doppiaggio ma anche per i testi a schermo.
Ciò vuol dire che per giocare ad Harold Halibut dovrete avere una buona conoscenza dell'inglese (o di altre lingue supportate), altrimenti vi perderete molti dei passaggi più interessanti della trama.
Può sembrare un difetto non troppo grave, invece è una sciagura per noi giocatori italiani. Per un'avventura grafica di questo genere, ricchissima di dialoghi in ogni situazione, è fondamentale avere una comprensione chiara dei testi. Se non masticate altre lingue, è praticamente impossibile giocare ad Harold Halibut.
Storia e Atmosfera
Insieme al peculiare stile grafico, la trama è il secondo elemento che rende Harold Halibut un gioco davvero valido. Non vi aspettate, però, dei metodi innovativi o sorprendenti per la narrazione, che è invece molto lineare e in tratti un po' lenta. Vi racconto l'inizio, senza fare grandi spoiler, anche perché sono tutte cose che potete vedere nei trailer ufficiali del gioco.
L'impostazione di base è quella di una storia futuristica abbastanza tradizionale. L'umanità è sull'orlo dello sterminio, un gruppo di gente potente e facoltosa costruisce una mega astronave, la FEDORA I, per andare a colonizzare un nuovo pianeta, alcuni "eletti" partono all'avventura.
Dopo oltre 250 anni e circa 5 generazioni che si passano il testimone, l'astronave si avvicina ad un pianeta quasi completamente liquido e naufraga su di esso, inabissandosi.
Dopo lo schianto, i sopravvissuti creano una sorta di città sottomarina, sempre collegata all'astronave. La città è formata da diversi spazi, interconnessi da un sistema di trasporto veloce – una sorta di metropolitana acquatica – realizzato dalla All Water Corporation. Scopriremo presto che questa è ben più di un'azienda di trasporti, è una vera istituzione molto potente e un po' losca.
Il problema principale su cui è imperniata la trama è uno solo: trovare il modo di far ripartire l'astronave per abbandonare il pianeta acquatico e riprendere il viaggio tra le stelle. Serve in particolare una nuova fonte d'energia, più potente di quella usata sinora sulla FEDORA I.
E poi, all'improvviso, si verifica il twist che cambia tutto: sull'astronave arriva un ospite inatteso, un alieno! Sarà lui a far partire tutta una serie di eventi che faranno evolvere la storia in modo spettacolare, ma io mi fermo qui per non rovinarvi la sorpresa.
Anche se si parla di viaggi interstellari, lotta per la sopravvivenza e scoperte eccezionali, il tono della narrazione è sempre leggero e delicato. Nella scrittura dei dialoghi si riconosce sempre una sottile ironia, potrei dire quasi british humor, che alleggerisce molto anche le situazioni più pericolose.
In alcuni casi vengono fuori anche dei momenti lirici, soprattutto nelle parti cinematografiche, nel quale si tona il tocco autoriale e si punta molto sull'emozione. Non tutti riescono al meglio, devo dire che in alcune scenette mi sono sembrate un po' cringe, ma ho sempre apprezzato lo sforzo degli sceneggiatori.
Personaggi
Il protagonista della storia si chiama Harold Halibut ed è un assistente di laboratorio. A lui è affidato il compito di "eroe per caso", classico archetipo delle avventure grafiche e dei romanzi di ogni tempo. Tramite le sue vicissitudini e i rapporti che crea con gli altri personaggi possiamo far andare avanti la trama.
Tra gli abitanti della FEDORA I si riconoscono molti altri archetipi e figure stereotipate, un peccato veniale del team di sviluppo che tendo facilmente a perdonare, vista la qualità del risultato.
Sebbene siano quasi tutti caricaturali, sopra le righe, i personaggi hanno una loro umanità, sono credibili.
Parlare con le persone che s'incontrano negli ambienti dell'astronave è sempre interessante, permette di approfondire la loro conoscenza e scoprire qualche dettaglio in più sulla storia della FEDORA I. Anche quando non è necessario ai fini della trama, vi consiglio comunque di fare due chiacchiere con tutti.
Harold è il personaggio perfetto per creare empatia con tutti. Fa la parte del bonaccione, ha un andamento un po' goffo, sembra spesso ingenuo e stupidotto; quando serve, però, tira fuori il coraggio e risolve le situazioni più difficili, conquistandosi il rispetto di tutti gli altri.
Sarà proprio lui ad incontrare per primo l'alieno che s'intrufola sull'astronave; sarà lui a salvarlo, curarlo e stabilire una forma di comunicazione. Ed è da questo rapporto che si svilupperanno le riflessioni più interessanti della trama.
Nella seconda parte del gioco, infatti, il ritmo degli eventi rallenta e si affrontano dialoghi più profondi con la maggior parte dei personaggi, umani e non.
I temi trattati sono diversi, tutti molto importanti: ho riconosciuto riferimenti all'anti-razzismo – o forse sarebbe meglio dire anti-specismo – e a concetti filosofici orientali, soprattutto quelli relativi al liberare la mente e accettare il proprio destino. Si arriva quasi a sfiorare la storia d'amore, per certi versi, anche se è difficile capire i confini di una cosa del genere.
Una critica che mi viene da fare è però al comportamento degli alieni presenti nel gioco, che mi sono sembrati sin troppo umanizzati nelle movenze e nei pensieri. Probabilmente è stata una scelta volontaria per creare anche un po' di effetto comico, ma a volte l'ho trovata fuori luogo.
Di fondo, il concetto centrale del gioco è l'importanza di conoscere le persone (e non), di entrare nei loro piccoli mondi, esplorarli e comprenderli. E facendo questo, esplorare anche il proprio mondo e trovare un senso alla propria esistenza.
Gameplay
Harold Halibut non brilla molto dal punto di vista del gameplay.
Non perché sia un gioco brutto da giocare, ma perché l'esperienza è molto limitata, troppo guidata, ancorata ad un'impostazione vecchia di un paio di decenni.
Il protagonista si può muovere attraverso le schermate, che corrispondono quasi sempre a stanze diverse dello stesso ambiente. Passando tra le porte non ci sono caricamenti, ci si muove con abbastanza libertà. Quasi sempre la scena viene osservata dalla "quarta parete", come una rappresentazione teatrale, anche se ci sono momenti in cui la telecamera di gioco passa dietro le spalle di Harold.
A proposito di questo, devo dire che la telecamera non è sempre precisa e crea un po' di confusione. Non sempre sono riuscito a capire bene la profondità dell'ambiente in cui mi trovato, perché la visuale frontale tende a schiacciare troppo la scena. Inoltre, nei momenti di movimento libero, la telecamera non ce la fa sempre a seguire Harold, rimanendo a volte troppo vicina o troppo lontana.
Per passare tra le macro aree in cui è divisa l'astronave si usa il già citato sistema di trasporto della All Water, una sorta di ascensore speciale su cui basta selezionare la destinazione. In questi momenti c'è un piccolo caricamento, che inizia a diventare molto fastidioso quando si inizia a passare spesso da un'area all'altra.
Uno dei problemi principali di Harold Halibut è proprio questo: dopo le prime ore di gioco bisogna iniziare a fare avanti e indietro tra le varie aree, subendo una gran quantità di caricamenti e perdendo tantissimo tempo. Pensare ad un modo alternativo per gli spostamenti non era certo semplice, ma la tiritera diventa sfiancante quasi subito.
Altra caratteristica che mi ha lasciato un po' deluso è la mancanza di interagibilità degli ambienti. Le ambientazioni sono spesso piene di oggetti ed elementi interessanti, ma Harold non può toccare praticamente nulla. Gli unici elementi con i quali si può interagire nello scenario sono quelli indicati da un pin bianco, il resto è solo scenografia.
Ci sono, però, anche elementi di gameplay molto ben fatti. I dialoghi sono quasi sempre molto lineari, poche volte abbiamo una scelta multipla, e si possono skippare facilmente con un tasto, rendendo molto più veloce l'interazione coi personaggi.
Il salvataggio è automatico e soprattutto è molto frequente, quindi non capita di dover rifare sessioni troppo lunghe quando si ricomincia la partita.
Harold ha un PDA elettronico che porta sempre con sé. Aprendolo è possibile leggere i messaggi ricevuti e il log delle missioni, diviso tra quelle importanti e quelle facoltative. Una bella comodità. Inoltre, è presente anche un notebook nel quale Harold disegna le scene più importanti delle sue avventure: non serve a niente ma è un elemento simpatico.
Difficoltà
Sono rimasto abbastanza deluso dal livello di sfida di Harold Halibut. Non che mi aspettassi un Soulslike, ci mancherebbe altro, ma la difficoltà è così bassa che siamo al limite del walking simulator.
Nelle ambientazioni non ci sono enigmi ambientali o altri tipi di difficoltà.
Ogni tanto – ma tanto davvero – bisogna affrontare un piccolo minigioco, che si rivela quasi sempre super intuitivo e facile da risolvere. Non c'è un inventario degli oggetti, non ci sono elementi da combinare, nemmeno le classiche chiavi da trovare per sbloccare le porte. Niente di niente.
Qualsiasi azione è sempre spiegata a voce dai personaggi, riportata con una bella descrizione nel PDA, ricordata e guidata da Harold stesso. Non c'è modo di sbagliare, di fallire, di trovarsi davvero bloccati da qualche parte.
La natura sin troppo narrativa di quest'avventura ha come effetto quello di eliminare quasi totalmente la parte ludica. Ci si limita a fare avanti e indietro tra le diverse aree dell'astronave, parlare con tutti i personaggi e poco altro.
Longevità
La trama principale di Harold Halibut si può completare in meno di 10 ore, senza dover neanche correre troppo. Prendendosela comoda e completando anche tutte le missioni secondarie, si può arrivare anche a circa 15 ore di gioco.
Difficilmente si va oltre, perché le cose da fare finiscono.
La longevità è quindi abbastanza limitata, come da tradizione per un'avventura grafica. Anche perché sono ore abbastanza piene di contenuti: ci sono molti dialoghi, molte cutscene, alcune scenette d'intermezzo abbastanza simpatiche. Le piccole sottotrame specifiche per i diversi personaggi contribuiscono ad arricchire la storia e offrono qualche ora di gioco in più.
Grafica e Sonoro
Harold Halibut è uno spettacolo, come detto all'inizio. La sua estetica è un trionfo di stile e ricorda alcuni dei prodotti più ispirati dello studio Aardman Animations, quello di Wallace e Gromit. In alcuni momenti ho notato scelte di regia à la Wes Anderson, anche se mi è rimasto il dubbio su quanto sia un riferimento cercato.
Di certo, il meglio di Harold Halibut lo trovate tutto nella parte grafica. Il livello di dettaglio delle ambientazioni, degli oggetti e dei personaggi è folle. La tecnica della stop-motion permette di creare ambienti vivi, affascinanti, sorprendenti.
Mai prima d'ora mi era capitato di posare il controller e mettermi ad osservare un videogioco con così tanta e genuinamente piacevolezza.
Le facce dei personaggi sono molto espressive, anche quelle dei non umani. L'unico che fa eccezione, incredibile ma vero, è proprio Harold, che ha quasi sempre un'espressione stralunata. La voglio prendere come una scelta stilistica.
Notevole anche l'utilizzo dell'illuminazione dinamica, che crea effetti molto spettacolari. In alcune zone dell'ultima parte di gioco, si rimane a bocca aperta per la bellezza di luci e colori. Inoltre, c'è anche un buon utilizzo della tecnologia HDR, dunque se avete un display compatibile vi consiglio di attivare l'apposita opzione nelle impostazioni.
Tutto considerato, posso dire che Harold Halibut è uno dei giochi esteticamente più belli che io abbia mai visto. Vale la pena provarlo qualche ora anche solo per questo motivo, al netto di storia e gameplay.
Ovviamente per godervelo al meglio dovete avere un PC di fascia alta.
Nonostante sia un'avventura grafica, infatti, è un titolo abbastanza pesante e richiede risorse non da poco. Le prestazioni generali non sono eccezionali: con tutti i dettagli al massimo, su una scheda video NVIDIA RTX 3070 Ti si riesce a giocare bene in QHD (60 fps), mentre in 4K si fa più fatica e si sta su circa 35 fps di media. Per fortuna c'è il supporto per le moderne tecnologie di upscaling come NVIDIA DLSS e AMD FSR, che migliorano un po' la situazione.
Ho notato qualche problemino di framerate durante le mie ore di gioco, come scatti e rallentamenti in alcune aree. La cosa più fastidiosa è però il pop-in delle texture, particolarmente evidente nelle ambientazioni più ricche. Insomma, c'è ancora molto lavoro da fare per un'ottimizzazione soddisfacente e spero che il team si dedichi a questo aspetto dopo l'uscita del gioco.
Dobbiamo parlare anche della colonna sonora, che molto particolare. Durante le normali fasi di gioco l'accompagnamento musicale è discreto, quasi sempre piacevole.
Solo nei momenti importanti della trama la musica assume un ruolo da protagonista, ma non nel modo in cui me lo aspettavo: gli sviluppatori hanno deciso di usare canzoni davvero strane per sottolineare alcune parti del gioco, come una strana versione di "Bella Ciao" in turco, un gran pezzo di Hildegard Knef in tedesco e un capolavoro dei BADBADNOTGOOD per il finale.
Anche se non c'entrano nulla con l'epoca in cui è ambientato il gioco, con i momenti che descrivono e con tutto il resto, questi pezzi ci stanno alla grande ed ho molto apprezzato una scelta musicale così coraggiosa.
Prezzo e Uscita
Harold Halibut sarà disponibile dal 16 aprile 2024 su PC, PS5, Xbox Series X|S. Al momento no è ancora stato annunciato un prezzo di listino per nessuna delle piattaforme citate, dunque è impossibile dare indicazioni a riguardo.
Sappiamo però che il gioco arriverà al day one su Game Pass, dunque tutti gli abbonati al servizio di Microsoft se lo ritroveranno incluso nel prezzo e potranno scaricarlo direttamente su PC o console.
Inoltre, Harold Halibut è compatibile ufficialmente anche con Steam Deck, la console portatile perfetta per godersi giochi di questo tipo.
Harold Halibut - Immagini
Harold Halibut - Immagini
La chiave digitale per questa recensione è stata fornita da popagenda, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso economico.
Giudizio Finale
Harold Halibut
Harold Halibut è uno dei giochi più belli mai visti. Già questo basterebbe per consigliarvi di provarlo, ma ci aggiungo anche una bella trama – sin troppo lineare e guidata – e una realizzazione curata ed approfondita dei personaggi. Interessarsi alle loro vite, entrarci dentro e capirle fino in fondo è fondamentale per godersi al meglio questo titolo. Dall'altra parte, sono rimasto deluso per la poca possibilità d'interazione col mondo di gioco e, soprattutto, per la facilità del gameplay, davvero troppo scarno, senza enigmi ambientali o fasi che propongano un minimo di sfida. Peccato poi per la mancanza dell'adattamento in italiano, che potrebbe essere molto limitante la diffusione nel nostro Paese. Se però conoscete abbastanza l'inglese e volete godervi un'avventura davvero fuori dal comune, Harold Halibut è qui per voi.
Voto finale
Harold Halibut
Pro
- Grafica stop-motion deliziosa
- Ambientazioni ricche di dettaglio
- Personaggi simpatici e interessanti
- Dialoghi ben scritti
- Ottimo supporto HDR
Contro
- Manca lingua italiana
- Poca interazione con l'ambiente
- Trama molto lineare
- Difficoltà troppo bassa
- Prestazioni non eccezionali
Vezio Ceniccola Scrivo, fotografo, smanetto coi PC, sfreccio con bici e monopattini elettrici. Ogni tanto m'innamoro di giochini indie e gadget assurdi, che poi diventano protagonisti delle mie recensioni. Tra le cose che mi tengono lontano dal PC ci sono la Storia (con la S maiuscola), la musica e lo sport.