Il panorama dei domini internet potrebbe subire un importante scossone nei prossimi mesi, a causa di una vicenda geopolitica piuttosto controversa. Parliamo del futuro del dominio di primo livello .io, ampiamente utilizzato nel settore tecnologico, ora avvolto nell'incertezza.
Per capire la situazione, bisogna sapere che il Regno Unito ha recentemente accettato di firmare un trattato che riconosce la sovranità delle Mauritius sull'arcipelago delle Chagos, un passo importante verso la fine del colonialismo in Africa. Questa decisione, che permetterà ai nativi Chagossiani di tornare sulle isole per la prima volta dal loro esilio negli anni '60, ha tuttavia sollevato interrogativi sul futuro del dominio .io. Come mai questa connessione?
Attualmente, il dominio .io è assegnato al Territorio britannico dell'Oceano Indiano (BIOT) e gestito da una società privata britannica, Internet Computer Bureau, ora di proprietà dell'azienda statunitense Identity Digital. Questa situazione complessa rende incerto il futuro del dominio e ad oggi possiamo ipotizzare diverse possibilità per il futuro di .io.
Potrebbe ad esempio essere ridelegato alle Mauritius, specialmente con il supporto del governo mauriziano, ma la mancanza di una relazione formale tra il governo britannico e il registro .io, unita alla necessità del consenso del registro esistente per la ridelegazione, complica la situazione. Vista la sua importanza nel settore tecnologico, non possiamo nemmeno escludere che giganti come Google o Microsoft, o un consorzio di aziende tecnologiche, possano assumere la gestione del TLD. Google, ad esempio, gestisce già diversi TLD come .day e .new.
Il dominio .io è diventato estremamente popolare nel settore tecnologico, grazie alla sua associazione con "input/output". Piattaforme come Glitch, GitHub Pages e il negozio di giochi Itch.io utilizzano domini .io. Con un fatturato stimato di quasi 40 milioni di dollari e probabilmente oltre un milione di domini registrati, .io rappresenta un asset di notevole valore.
Le implicazioni di questo cambiamento di sovranità potrebbero essere significative. ICANN, l'organizzazione responsabile della stabilità operativa di Internet, basa le sue decisioni sui ccTLD sulla lista ISO 3166-1 alpha-2. Se il BIOT venisse rimosso da questa lista, come sembra probabile, .io potrebbe essere rimosso dal DNS root. Tuttavia, ICANN ha una storia di gestione graduale e attenta di tali transizioni. Per i milioni di utenti e aziende che utilizzano domini .io, questo periodo di incertezza potrebbe portare a riconsiderare le proprie strategie di presenza online.