Il Google Play Store ha complicato un po' il sideloading delle app su Android

1 month ago 43

Pare che Google Play abbia improvvisamente reso leggermente più complicato il sideloading delle app Android da siti terzi come APKMirror: è proprio Artem Russakovskii, fondatore di APKMirror, a segnalare questo cambio di comportamento da parte del colosso di Mountain View. Tutto ha a che fare con varie evoluzioni del formato di distribuzione delle app nell’ecosistema Android già note e documentate negli anni: in particolare il passaggio dagli APK tradizionali, noti anche come “fat APK”, agli Android App Bundle.

Gli “AAB” sono stati introdotti nel 2018 e sono diventati il formato predefinito del Play Store nel 2021. Il concetto è semplice: invece di contenere tutte le risorse in un solo pacchetto di installazione, ovvero i “fat APK” dei tempi, gli AAB separano in più file le molteplici e varianti di un’app a seconda di risoluzione del display, lingua, architettura del processore e tanto altro ancora. In ultimo, l’utente scarica solo le risorse che gli servono, riducendo le dimensioni del pacchetto; i download sono più veloci, i server sono meno intasati, si risparmia in generale traffico.

 in arrivo gli AAB, App Bundle

Android 22 Nov

I “fat APK” hanno continuato a rimanere in circolazione: è lo stesso Play Store che si occupa di generarli per tutte le app inviate dagli sviluppatori terzi. Sono tutti procedimenti "invisibili" all'utente ma ha continuato a distribuirli regolarmente in questi anni. Tuttavia, recentemente ha smesso; da ora in poi per molte app, soprattutto quelle più recenti, circoleranno solo gli AAB. Google non ha argomentato la propria scelta, e del resto è facile immaginare che non sia una sua priorità mantenere la compatibilità con piattaforme di sideloading esterne.

Per chi usa solo il Play Store come fonte di approvvigionamento delle app non cambierà assolutamente niente, tuttavia, per chi fa ricorso a servizi come, appunto, APKMirror per avere un controllo manuale sui propri software, le cose saranno un po’ più complicate - se i “fat APK” possono essere installati nativamente dai tool integrati in Android, per i file degli AAB è necessario fare ricorso a programmi specializzati. Fortunatamente APKMirror stessa ne possiede uno; un’altra alternativa molto comune è SAI o Split APKs Installer; per i più esperti è possibile usare direttamente la riga di comando grazie ad ADB.


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