La Commissione europea spinge da tempo per l'adozione della banda ultralarga sul Continente, ma adesso è ufficiale: le connessioni in rame dovranno essere eliminate, non solo per consentire la transizione verso un nuovo tipo di servizi, ma anche per raggiungere gli obiettivi climatici (a proposito di fibra, sapete come verificare la copertura?).
Il documento, un White paper intitolato "Come padroneggiare le esigenze di infrastrutture digitali dell'Europa?" è piuttosto ambizioso, in quanto prevede il passaggio completo alla fibra per implementare tecnologie che "ci porteranno nel mondo di domani: telemedicina, guida automatizzata, manutenzione predittiva degli edifici o agricoltura di precisione".
Questo comporta la dismissione delle connessioni in rame (un vero e proprio "switch-off") per l'80% degli utenti in Europa entro il 2028, valore che deve arrivare al 100% entro il 2030.
Gli investitori sono quindi avvisati, ma la risoluzione, per quanto necessaria per migliorare le connessioni e ottenere un'infrastruttura più sostenibile a causa del minor consumo energetico, richiede necessariamente il coordinamento di tutte le parti interessate, anche gli enti regolatori, in modo da salvaguardare le esigenze di tutti.
Per questo motivo è necessario che questo piano di dismissione venga monitorato dall'Autorità delle Comunicazioni, ma c'è un problema: l'Italia non ha ancora avviato questo processo.
Nel 2023 in teoria i principali operatori di linea fissa di 16 Stati membri dell'UE (tra cui l'Italia) avevano annunciato piani per la dismissione delle loro reti di rame, processo che è iniziato effettivamente solo in 10 Paesi. Tra questi non compare l'Italia, il cui processo di switch-off del rame è quindi già in ritardo, almeno stando ai piani.
L'Europa non è però categorica nell'adozione della fibra a tutti i costi, e prevede uno scenario che consenta sì di dismettere le reti in rame, ma non sostituendole con le reti in fibra quanto, nelle zone in cui questo non sia possibile, con reti ad accesso wireless fisso (FWA) basati su 5G.
Nel documento vengono inoltre presentati scenari per attrarre investimenti, promuovere l'innovazione, aumentare la sicurezza e realizzare un vero mercato unico digitale.
Questo obiettivo potrebbe essere però minato dalle differenze nel ritmo di raggiungimento della fibra, che potrebbero portare a mercati più piccoli e localizzati.
La Commissione ha avviato una consultazione pubblica sui 12 scenari stabiliti nel white paper, che si chiuderà il 30 giugno 2024, mentre le osservazioni saranno pubblicate e contribuiranno alle future azioni politiche.