Non c'è pace per i social network in questo periodo, è ormai chiaro come l'acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk abbia generato reazioni a catena che stanno lentamente rimodellando il settore definendo nuovi equilibri. Innanzitutto sono emersi concorrenti più o meno inediti, come Mastodon, Post e il tanto discusso Parler, balzato agli onori della cronaca una volta che i sostenitori di Donald Trump si erano riversati sulla piattaforma dopo l'attacco al Congresso.
Proprio il social che fa della massima libertà di parola il suo mantra sembrava essere ormai passato nelle mani di Kanye West - o meglio, Ye come si fa chiamare ora - che si era già espresso pubblicamente riguardo l'intenzione di restituire ai conservatori il diritto di esprimersi e di rendere grande la piattaforma. Ebbene, l'accordo tra Parlement Technologies e Kanye West non è andato a buon fine:
Vogliamo confermare che la società ha concordato di comune accordo con Ye di porre fine all'intenzione di vendere Parler. Questa decisione è stata presa nell'interesse di entrambe le parti a metà novembre.
In un secondo tweet, Parler conferma la volontà di crescere e di far evolvere la piattaforma. A ripensarci, mai entrambe le parti avevano mostrato documenti ufficiali sull'acquisizione o, perlomeno, sulla volontà di concludere l'affare. Evidentemente si era trattato di un accordo sulla parola che è stato così facilmente interrotto. Il rapper poi ha indebolito il suo potere economico in queste ultime settimane a seguito della decisione da parte di numerosi sponsor di interrompere le partnership (tra questi Adidas), impauriti dal suo comportamento spesso violento.
DA TWITTER E PARLER A NESSUNA DELLE DUE
L'immagine di un Kanye West numero uno di Parler intento a pubblicare messaggi su Twitter è ormai sbiadita, e non solo perché non acquisterà più la piattaforma social. Ora non potrà più nemmeno twittare, perché dopo averlo riammesso appena pochi giorni fa (assieme a Trump) Elon Musk lo ha nuovamente bannato per aver violato le regole del social.
In sostanza, nel corso di un'intervista rilasciata al cospirazionista Alex Jones, il rapper ha elogiato apertamente il nazismo e Hitler con frasi che hanno messo in imbarazzo lo stesso Jones. "Ha nuovamente violato le nostre regole contro l'incitamento alla violenza. L'account sarà sospeso", ha scritto (su Twitter) Musk.
Sospensione che tuttavia non è arrivata per coloro che hanno preso di mira il media manager di Aston Martin Matt Bishop, l'unico del paddock di Formula 1 ad essersi apertamente dichiarato gay e per questo motivo attaccato violentemente con messaggi omofobi e violenti sul social. Alla richiesta da parte dello stesso Bishop di bannare gli account responsabili degli abusi, Twitter prima ha risposto con il classico "prenderemo in esame il caso", poi con il ben più preoccupante "non ravvisiamo violazioni delle regole di Twitter".