Pixel 8 Pro e il suo sensore di temperatura non temono Zack: ecco perché

1 year ago 118

Sono ormai passate diverse settimane da quando Google ha svelato al mondo i suoi top di gamma, i due modelli della serie Pixel 8 che sono arrivati sul mercato con diverse innovazioni.

Tra le novità meno dibattute ma comunque interessanti di Pixel 8 Pro troviamo il suo sensore per il rilevamento della temperatura. Questo potrebbe essere davvero un valore aggiunto, in quanto permetterebbe di stimare la temperatura di qualsiasi oggetto nelle vicinanze.

Attualmente alcune delle funzionalità che sfruttano tale sensore sono disabilitate via software, in attesa che arrivi l'approvazione da parte della FDA statunitense. Ma possiamo comunque vedere da vicino questo sensore di temperatura grazie al buon Zack di JerryRigEverything, il quale ha svolto uno dei suoi consueti teardown.

Il video che trovate in basso mostra il teardown completo di Pixel 8 Pro. In realtà, si tratta di un teardown particolare perché è stato svolto su uno smartphone che è stato costruito per essere riparato in maniera semplice.

In fase di presentazione infatti, Google si è impegnata nella fornitura delle parti di ricambio per i 7 anni successivi al loro lancio sul mercato.

Questo aspetto lo troviamo effettivamente nella costituzione interna di Pixel 8 Pro, come confermato anche da Zack che si è cimentato nello smontaggio completo. Sulla batteria ad esempio si trovano addirittura degli adesivi per guidare in maniera sintetica la sua rimozione in sicurezza.

Insomma, tutto si rimuove in maniera abbastanza semplice, anche per chi non ha mai messo mano a uno smartphone per ripararlo. Verso la fine del teardown vediamo anche la rimozione del sensore di temperatura, un componente inusuale e che è in grado di misurare la temperatura di qualsiasi oggetto tramite la tecnica a infrarossi.

Vale la pena vedere il video fino alla fine per constatare come Pixel 8 Pro, dopo essere stato fatto letteralmente a pezzi, torna a funzionare perfettamente dopo il riassemblaggio.

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