Recensione Apple iPad Air 5 (2022) con M1, è una scheggia, punto

2 years ago 202

Recensione Apple iPad Air 5 (2022) con M1, una scheggia, punto

16 Marzo 2022 5

La scorsa settimana Apple ha tenuto il suo evento Peek Performance, un evento che ha lasciato il segno soprattutto per l'inaspettato arrivo di Apple Silicon M1 Ultra (in molti si aspettavano M2) e del nuovo Mac Studio, ma che è in realtà stata l'occasione per dare l'annuncio dell'aggiornamento di iPhone SE e di iPad Air. Proprio quest'ultimo è il prodotto di cui vi voglio parlare oggi in questa recensione.

Giunto alla sua quinta generazione, iPad Air è da qualche anno quello che potremmo considerare come il prodotto a metà strada tra iPad e iPad Pro. Devo però ammettere che quest'ultimo refresh ha scavato un gap ancora più importante rispetto al primo e lo ha avvicinato in maniera molto netta al secondo, quasi al punto di chiedersi se non abbia senso puntare direttamente al modello top di gamma. Cerchiamo quindi di capire se questo Air ha ancora un senso e quali sono le novità più interessanti: oggi ve ne parliamo all'interno della recensione scritta, mentre domani arriverà il nostro video.

FUORI NON CAMBIA

Comincio subito parlandovi di design e materiali perchè a tutti gli effetti iPad Air di quinta generazione, per quello che riguarda questi aspetti, è fondamentalmente identico al suo predecessore. Le linee sono rimaste le stesse: pulite, sobrie, in pieno stile Apple e assolutamente piacevoli da osservare. Non lo nasconderò, credo sia il tablet che più mi piace a livello estetico tra quelli proposti dall'azienda di Cupertino, e non solo. Il fatto che sia poi disponibile in molte colorazioni differenti è un plus da non sottovalutare per gli amanti della personalizzazione. Il nuovo colore Blu, quello che abbiamo a disposizione per la recensione, è molto bello e ha dei riflessi che spaziano dal cobalto al petrolio a seconda di come intercetta la luce.

Esteticamente non è cambiato e quindi sono rimaste identiche anche le dimensioni. Lo spessore è di soli 6,1 mm, ed è una delle caratteristiche che lo rendono decisamente comodo da trasportare. Insieme a questo abbiamo ovviamente anche il peso che è aumentato di 2 o 3 grammi rispetto al modello del 2020 e ferma la bilancia a 462 grammi nel caso della versione più pesante, quella quindi con connettività 5G. Parliamo in parole povere del peso di circa due iPhone 13 Pro Max, con la differenza che quest'ultimo lo portate in tasca, mentre iPad Air in uno zaino o nella borsa per buona pace delle vostre spalle che non soffriranno troppo.

Nonostante lo spessore ridotto di cui vi ho appena parlato permane una sensazione di buona solidità e in generale sembra di avere tra le mani un prodotto premium e ben assemblato. Non ci sono certificazioni a livello di impermeabilità ma possiamo immaginare che qualche schizzo non sia comunque un problema; certo eviterei di immergerlo in una vasca dell'idromassaggio o di guardare Netflix sotto la doccia.


Lungo la cornice troviamo quattro serie di fori che potrebbero far pensare alla presenza di 4 speaker. In realtà gli altoparlanti sono solo due ma offrono comunque un audio stereo di ottima qualità. Apple, del resto, ci ha da sempre abituato a prodotti molto curati sotto questo aspetto e spesso e volentieri, per quello che riguarda l'audio, i dispositivi della mela si posizionano come riferimento nelle rispettive fasce di mercato. Molto bene la riproduzione di alti e medi ma anche sui bassi abbiamo un buon feedback, e non è cosa da poco se consideriamo le dimensioni comunque contenute dei coni dei driver.


Al centro di uno dei due lati corti abbiamo poi la USB-C, già presente su iPad Air 4 ma ora aggiornata e in grado di raggiungere velocità di trasferimento dati di 10 Gb/s. Non c'è ancora il supporto Thunderbolt ma diciamo che anche così non dovremmo avere particolari colli di bottiglia con gli accessori più comuni.

Insieme ai fori degli speaker e alla tipo C troviamo il tasto accensione con integrato il lettore di impronte che è abbastanza veloce e preciso. Quello che non mi convince ancora di questo sensore è la posizione. Che utilizziate iPad sia in modalità landscape che in portrait dovrete comunque andare a cercarlo appositamente costringendovi a modificare l'impugnatura. Proprio per questo motivo vi consiglio di registrare le impronte di entrambi gli indici, in modo da essere più comodi nello sblocco a prescindere dalla posizione del tablet. Avrei sicuramente preferito un sensore frontale, nella cornice o sotto lo schermo, ma avrebbe richiesto una variazione nel design o comunque dei componenti ad-hoc, riducendo l'effetto minima spesa/massima resa dietro a questo aggiornamento.

DISPLAY E FOTOCAMERE

Dimensioni identiche ad iPad Air 4 e quindi avrete già capito che anche il pannello è fondamentalmente lo stesso adottato quasi due anni fa. Parliamo di un display Liquid Retina IPS da 10,9 pollici di diagonale con una risoluzione di 2360x1640 pixel e una densità di 264 ppi. Le cornici di questo schermo sono abbastanza ridotte e portano quindi ad un rapporto schermo dimensioni dell'81% circa. Non è sicuramente un primato ma diciamo che resta un buon compromesso per avere un colpo d'occhio piacevole e un buon margine per appoggiare il palmo quando reggiamo il tablet con una sola mano.

Come si addice ad ogni prodotto Apple abbastanza recente abbiamo poi la tecnologia TrueTone, qui accompagnata dal supporto al Wide Color Gamut. La calibrazione di fabbrica è discreta, tanto da portarci ad avere un delta E medio di 2,7 per la scala di grigi, a testimonianza di un bilanciamento del bianco abbastanza corretto. Lo standard sRGB è poi coperto al 100% mentre quello DCI-P3 si ferma ad un discreto 76%.



In termini di luminanza, Apple dichiara un valore massimo di 500 nit, che è abbastanza vicino al risultato delle nostre misurazioni. Nello specifico la sonda che abbiamo utilizzato per i test ha fatto segnare un valore massimo compreso tra le 450 e le 460 cd/mq. Si tratta comunque di una luminosità sufficiente a permettere un utilizzo confortevole nella grande maggioranza delle situazioni. Anche all'aperto, a patto che non ci metta sotto il Sole a mezzogiorno in pieno agosto, si riesce a lavorare senza troppi problemi.

Insomma, il solito ottimo pannello Apple che, nonostante la tecnologia utilizzata, mantiene comunque un rapporto di contrasto più che sufficiente e neri abbastanza profondi. Pur trattandosi quindi di un pannello IPS abbiamo una resa che nella maggior parte dei casi non ci fa rimpiangere le soluzioni OLED, in attesa che questa tipologia di display arrivi anche su iPad; chissà che la prossima versione...


Giusto perché vi ho appena parlato del display spendo due parole sulla fotocamera frontale da 12 megapixel che si aggiorna rispetto alla 7 megapixel del modello precedente. Non cambia però soltanto la risoluzione, la lente è infatti ultrawide ed è stata aggiunta la tecnologia Center Stage che in un certo senso va a mitigare il problema del posizionamento della selfie camera stessa. Essendo su uno dei due lati corti, utilizzando iPad in modalità orizzontale si ottiene normalmente una inquadratura piuttosto decentrata che viene invece corretta proprio da Center Stage. Purtroppo la funzione non è ancora supportata da tutte le app per le videochiamate ma diciamo che in tutte quelle più utilizzate è già inclusa.

Non cambia nulla invece per quel che riguarda la fotocamera principale che resta una 12 megapixel con sensore Wide, lente con apertura f/1.8 e autofocus. C’è la stabilizzazione ottica ed è supportato anche l’HDR ma resta comunque una fotocamera di medio livello, utile in situazioni di emergenza ma sicuramente non allo stesso livello di quella di iPhone. In generale si scattano buone foto di giorno, mentre la sera preferite sempre, se possibile, la fotocamera del vostro smartphone.

SOTTO LA SCOCCA ECCO M1

E ora che vi ho parlato di estetica e di quello che sta fuori dalla scocca, è giunto il momento di raccontarvi cosa si cela sotto l'alluminio. Parlo ovviamente del SoC, ovvero il recente Apple Silicon M1 che è forse la novità più importante che troviamo a bordo della quinta generazione di iPad Air. Uno step evolutivo assolutamente degno di nota, almeno sulla carta, rispetto all'A14 Bionic che avevamo dentro al modello 2020.

Bene, ma guardando ai numeri cosa comporta questo passaggio? Anzitutto occorre sottolineare che, pur essendo due CPU che condividono la stessa base in termini di architettura dei core, il nuovo M1 guadagna due Performance Core, diventano quindi 4 in totale, offre una frequenza operativa per singolo core leggermente più alta e raddoppia sostanzialmente le prestazioni in termini di GPU.


Oltre a questo è stata raddoppiata anche la memoria RAM, che passa da 4 a 8 GB migliorando così ulteriormente la stabilità e permettendo un multitasking ancora più efficace. La modalità a doppia finestra o quella con le schede flottanti vengono gestite sempre alla perfezione e in generale si ha una sensazione di reattività e fluidità sempre di altissimo livello. Non che iPad Air 2020 fosse lento, anzi, ma gli 8 GB RAM a disposizione qui danno più margine al nuovo modello anche in vista di eventuali evoluzioni future delle app o del sistema operativo.

E in termini di prestazioni cosa portano questi cambiamenti? Se guardiamo ai soli benchmark e quindi ai numeri nudi e crudi l'andamento nei confronti di A14 è esattamente quello che ci si potrebbe aspettare. I test che coinvolgono un solo core vedono un vantaggio comunque abbastanza contenuto e dovuto principalmente alla frequenza più alta. Al contrario, con il doppio dei P-Core a disposizione, M1 scava un gap certamente più importante nelle situazioni in cui vengono coinvolti più core.

Ve l'ho già fatto capire ma ve lo ripeto ancora: questo iPad Air ha prestazioni davvero ottime, probabilmente anche più elevate del necessario, tanto che è davvero complicato riuscire a trovare una situazione nella quale il tablet sia realmente messo alla corda. Allo stato attuale non ci sono applicazioni in grado di spremere al massimo M1, al punto che mi capita spesso di avere la sensazione di essere un po' come incastrato e costretto all'interno di un sistema che non mi consente davvero di sfruttare come vorrei le possibilità teoricamente offerte dalla piattaforma. Insomma, io continuo a sognare un iPad con macOS, o comunque in grado di far girare applicativi desktop, e ora che la piattaforma è condivisa ci spero anche un po' di più.

Per saggiare questa potenza comunque possiamo dire che qualche applicativo un po' più complesso lo abbiamo. Un esempio è uMake, un programma di modellazione 3D che supporta anche il raytracing e che ci consente di renderizzare in pochissimi istanti i progetti realizzati. Un'operazione che fino a poco tempo fa era impensabile se consideriamo la categoria di prodotto di cui stiamo parlando, ancor meno con le prestazioni con cui questo iPad Air riesce a gestire il software.

Ho poi anche importato diverse librerie di foto in applicazioni come Lightroom o Capture One. In questo caso sorprendono la rapidità nell'apertura delle immagini, anche in formato Raw, e la velocità con cui vengono applicati i filtri e apportate le modifiche. In alcuni casi, proprio per come questo iPad Air sembra rendere tutto molto facile, si potrebbe pensare di avere tra le mani una macchina di una categoria completamente diversa.


Non possiamo poi non fare riferimento al gaming e quindi alle prestazioni offerte dalla GPU. Apple ha di recente annunciato il lancio di una serie di titoli tripla A abbastanza impegnativi dal punto di vista della complessità grafica. Tra questi troviamo Apex Legends, ancora non disponibile in Italia, e Final Fantasy VII First Soldier, lo sparatutto in terza persona che si gioca in una ambientazione che richiama quella della nota saga. La grafica è comunque abbastanza complessa, considerata la tipologia di prodotto, ma M1 permette di ottenere un framerate costantemente elevato e di garantire un'esperienza di gioco appagante anche al massimo dettaglio.


Ci sono il WiFi 6 e il Bluetooth 5.0 ma, soprattutto, nel modello a nostra disposizione abbiamo la connettività 5G che migliora l’LTE di iPad Air 4. Il carrellino supporta le schede SIM in formato nano ma abbiamo anche la possibilità di utilizzare una eSIM.

Giusto poi spendere due parole anche a proposito della compatibilità con la Apple Pencil di seconda generazione, che è pienamente supportata, e con la Magic Keyboard. Questa stessa è identica a quella che viene venduta anche per iPad Pro 11 pollici ed è già quindi più che conosciuta. La compatibilità con questi due strumenti è però assolutamente da tenere in considerazione perché ci permette di espandere in maniera importante le possibilità in termini di produttività. Certo non si tratta di accessori economici ma molto spesso ti portano veramente ad un altro livello e per alcuni utenti sono elementi quasi imprescindibili.

AUTONOMIA E RICARICA

Chiudiamo parlando di autonomia. La batteria dovrebbe essere uguale a quella del modello precedente per capacità e quindi si parla di circa 28Wh che sono sufficienti, con l’utilizzo tipico che si fa di un tablet, per raggiungere un paio di giorni di utilizzo abbastanza intenso. Va comunque sottolineato che, sia in uso sia in standby, M1 consuma circa un 10% in più rispetto ad A14 Bionic e quindi se siete in possesso di un iPad Air 4 e state pensando ad un upgrade potreste riscontrare un leggero peggioramento in termini di autonomia.

In confezione troviamo il classico cavo USB-C e il caricatore da 20W che ricarica completamente il tablet in circa un paio d’ore. Se devo essere sincero, abituato alle ricariche veloci di alcuni smartphone leggere quei 20W sull'alimentatore mi lascia un attimo perplesso. Mentre la concorrenza si muove ad ampie falcate verso i 65W o anche più sarebbe lecito aspettarsi un upgrade, almeno per quel che riguarda il futuro.

CONSIDERAZIONI

Ed eccoci al momento di tirare le somme e quindi anche al momento in cui cerchiamo di rispondere alla domanda che ci siamo posti all'inizio di questa recensione: ha ancora senso questo iPad Air? Ma andiamo con ordine e cominciamo dando uno sguardo al prezzo. Nella versione base, ovvero quella con 64 GB di memoria e solo connettività WiFi, il nuovo iPad Air costa 699 euro, esattamente quanto quello precedente, così come è rimasto identico anche il costo del modello da 256 GB, sempre solo WiFi, che costa invece 869 euro. Non c'è il taglio intermedio da 128 GB, una classica furbata che vuole spingere gli utenti a cui non bastano i 64 GB a spendere qualcosa in più. Per le versioni 5G dei due tagli di memoria appena citati dobbiamo poi aggiungere ulteriori 170 euro al prezzo indicato.

Ok, quindi, ha senso? Diciamo che dipende dalle vostre necessità. Se vi serve un tablet, bello, compatto e con tutto quello che serve al posto giusto, ma soprattutto vi bastano i 64 GB del taglio base, allora sì, questo iPad Air 5 è forse il miglior tablet che possiate comprare in questa fascia di prezzo e ancora di più lo sarà quando le prime offerte lo porteranno ad essere disponibile ad un centinaio di euro in meno. Non venite a farmi discorsi sulla scheda tecnica di alcuni tablet Android perché non è solo una questione di numeri: l'esperienza d'uso in un tablet è troppo influenzata dal software e in questo iPad OS, con i suoi limiti, è per me ancora avanti alla concorrenza.

Ma quindi perché vi ho parlato solo del taglio da 64 GB? Semplice, perché se passiamo al taglio 256 GB, con o senza WiFi, il prezzo che otteniamo è solo 30 euro inferiore alla versione entry (128 GB) di iPad Pro 11 pollici. A questo punto conviene quindi chiedersi se i 128 GB di quest'ultimo ci possano bastare, perché in caso di risposta affermativa quei 30 euro in più sono assolutamente giustificati e sono anzi uno sforzo economico minimo per avere diversi miglioramenti importanti come i 4 speaker, un display migliore, una USB-C con supporto Thunderbolt e un set di fotocamere più completo e comprensivo di LiDAR.


Read Entire Article