Recensione Huawei FreeBuds Pro 2, c***o come suonano!

2 years ago 213

In un mercato come quello delle cuffiette true-wireless, che è letteralmente esploso nel corso degli ultimi due o tre anni, realizzare un prodotto che si sappia in qualche modo distinguere per la sua capacità di offrire prestazioni di alto livello ad un prezzo tutto sommato adeguato non è assolutamente semplice. Le nuove FreeBuds Pro 2 di Huawei vanno esattamente in questa direzione e, grazie anche alla collaborazione con Devialet (con cui ha sviluppato anche Sound X e Sound Joy), sono probabilmente una delle migliori alternative, se non la migliore, che potete trovare attualmente in commercio.

Piccole, leggere, comode, con una buonissima cancellazione del rumore (considerato il tipo di prodotto) e una qualità nella riproduzione musicale difficile da ritrovare in altre soluzioni, anche a parità di prezzo. Insomma, gli ingredienti per un paio di true-wireless di livello assoluto ci sono tutte, sarà sufficiente per battere la concorrenza?

SOMMARIO

DESIGN, ERGONOMIA E MATERIALI

Le FreeBuds Pro 2 sono state ridotte in dimensioni rispetto al precedente modello. In particolare lo stelo è stato accorciato, dettagli che le fa sembrare un pochino più tozze rispetto alle precedenti e potenzialmente più complicate da controllare con i comandi touch. Lo spessore inferiore, invece, è certamente un punto a favore e contribuisce a spostare il baricentro ulteriormente verso l’interno dell’orecchio. In questo modo si guadagna in stabilità, anche nelle situazioni più complicate.

A questo proposito, quando si tratta di inserire le auricolari nell’orecchio, le nuove FreeBuds Pro 2 richiedono davvero pochissime regolazioni, al contrario delle Sony WF-1000XM4 che sono troppo pesanti e sporgenti, e al pari delle AirPods Pro di Apple, le uniche altre in-ear che riesco a sopportare oltre a queste nuove Huawei.


L’unico frangente nel quale non le ho sentite esattamente salde all’interno dell’orecchio è stato durante una sessione di corsa, complice anche il sudore ho dovuto sistemarle 4-5 volte nel giro di un’oretta. A parte questo, comunque, per l’utilizzo quotidiano sono ottime, comode e leggere. In confezione troviamo tre gommini di differente dimensione che permettono di adattarle al meglio al nostro orecchio; nell’app Ai Life trovate anche un test che permette di verificare l’adattamento degli auricolari.

Rispetto al precedente modello Huawei ha poi aggiunto la resistenza agli schizzi d’acqua e ora le cuffiette sono certificate IP54.


Passando alle caratteristiche meno importanti, le FreeBuds Pro 2 sono disponibili in tre colorazioni. Quella che vedete nelle nostre foto è la cosiddetta Silver Blue, ma sullo store Huawei trovate anche le classiche Ceramic White (molto stile AirPods) oppure le Silver Frost.

Giusto poi spendere due parole anche a proposito del case. Ovviamente offre sul fondo una USB-C, utile per la ricarica, affiancato da un piccolo LED che testimonia proprio lo stato della carica del case. Sul lato destro abbiamo poi un tasto fisico utile per attivare il pairing Bluetooth, mentre aprendo il coperchietto troviamo un secondo LED di stato utile a verificare l’attivazione del Bluetooth e la connessione ai diversi dispositivi.


Per quel che riguarda le dimensioni siamo a metà strada tra il case delle SONY WF-1000XM4 e quello delle AirPods Pro di Apple. Pesa esattamente 55g, che non è poco ma resta comunque un peso che non vi darà fastidio in tasca.

COMANDI TOUCH

Come anche per il modello precedente, le nuove FreeBuds Pro 2 offrono dei controlli touch che possono essere attivati con swipe o pizzicando le astine. Ho già detto sopra che ad una prima occhiata ho avuto paura che le dimensioni ridotte di queste astine potessero rendere l’interazione complicata. In realtà non è così, anzi, dopo aver familiarizzato con la posizione dei controlli comandare queste FreeBuds Pro 2 risulta comunque abbastanza semplice, anche se continuo a preferire i classici tocchi.

Tramite l’applicazione è possibile personalizzare le azioni che le cuffiette compiono nel momento in cui le si pizzica una, due o tre volte, oppure nel caso in cui le si tenga premute per un paio di secondi. Di default una pressione singola avvia e mette in pausa la riproduzione dei brani, la doppia pressione passa al brano successivo e premendo tre volte si torna al brano precedente. In chiamata, invece, una pressione singola avvia e termina la chiamata mentre una pressione doppia la rifiuta. La pressione continuativa, infine, serve per passare da una modalità di soppressione del rumore all’altra mentre lo swipe sullo stelo alza o abbassa il volume.

Tra le varie funzioni che potete assegnare alla pressione prolungata è sicuramente interessante quella legata all’attivazione dell’assistente vocale, valido sia per Google Assistant che per Siri. E proprio la compatibilità con l’assistente vocale Apple è la testimonianza di come Huawei stia lavorando per rendere queste sue TWS dei prodotti indipendenti, che permettano quindi di godere dell’ottima esperienza d’uso anche agli utenti iOS.

CANCELLAZIONE DEL RUMORE E QUALITA' IN CHIAMATA

Ovviamente stiamo parlando di cuffie true-wireless con cancellazione del rumore attiva e non possiamo quindi esimerci da esprimere un nostro parere proprio nei confronti del sistema di ANC. Prima di dirvi quanto è efficace la tecnologia di cancellazione attiva vi dico che l’isolamento passivo offerto dai gommini è buono ma non eccelso. Ho provato soluzioni migliori in questo senso, dotate di ear-tip in grado di garantire una maggiore pressione e quindi un isolamento più efficace, sacrificando tuttavia un po’ di comodità. Quello di Huawei è quindi un buon compromesso che viene poi compensato da una cancellazione attiva di buon livello.

Siamo ai vertici da questo punto di vista? Assolutamente sì, ci si gioca il gradino più alto del podio con le AirPods Pro, mentre le alternative Sony e Samsung rimangono un gradino sotto. I tre microfoni utilizzati in queste FreeBuds Pro 2 lavorano molto bene e l’algoritmo riesce a produrre delle frequenze di annullamento che sono efficaci dando una sensazione di otturazione, che spesso caratterizza la cancellazione attiva del rumore, molto attenuata.


All’interno dell’applicazione possiamo decidere di impostare la cancellazione del rumore su quattro livelli: Dinamico, Comodo, Generico e Ultra. La Dinamica lascia che sia l’algoritmo ad analizzare il rumore di fondo e decidere quale modalità attivare di volta in volta, Comodo è adatta a luoghi poco rumorosi, Generale per ambienti abbastanza rumorosi (un ufficio), Ultra per ambienti molto rumorosi (stazione, aereo, treno).

Sempre tramite l’app è possibile poi disattivare la cancellazione o attivare la modalità Aware. Si tratta sostanzialmente di una modalità di ascolto nella quale le cuffiette lasciano passare i rumori dell’ambiente che ci circonda in modo da non rimanere isolati nei casi in cui sia necessario comunicare con le persone intorno a noi. All’interno della modalità Aware è poi possibile attivare una modalità vocale che amplifica leggermente le voci per farle emergere rispetto al rumore di fondo. Insomma, risultano anche molto efficaci se volete farvi gli affari degli altri a distanza e in mezzo al rumore!


Il risultato è buono ma ovviamente il timbro dei nostri interlocutori risulterà differente rispetto alla realtà. Per ottenere questa amplificazione mirata il sistema amplifica le frequenze medie e alte (corrispondenti alla voce) modificando così il tono naturale. Nelle situazioni meno complesse ho spesso preferito non attivare la modalità vocale e rimanere con la sola Aware proprio per evitare questa forzatura e mantenere un effetto più naturale.

Come per la cancellazione del rumore attiva è poi ottimo anche il giudizio legato alla qualità in chiamata sia per quello che riguarda l’audio in ricezione che quello ascoltato dal nostro interlocutore.

In entrata il doppio driver restituisce un timbro fedele, un buon volume e, anche attivando la cancellazione del rumore, la qualità percepita resta praticamente invariata. Tra le opzioni legate all’equalizzazione troviamo poi anche una modalità Chiamate HD che dovrebbe aumentare ulteriormente la qualità dell’audio, soprattutto di chi ascolta. A dire il vero, dai test effettuati, non si percepisce una grande differenza, ma resta un problema relativo dal momento che la qualità è già molto buona di default.

Devo assolutamente segnalarvi, invece, quanto è efficace l’algoritmo di cancellazione del rumore in chiamata. I microfoni e l’algoritmo di cancellazione svolgono un lavoro quasi perfetto, riuscendo a cancellare rumori anche molto forti mantenendo una buona qualità nella riproduzione della voce. Il video dimostrativo qui sopra è più efficace di mille parole.

SPECIFICHE E PRESTAZIONI IN ASCOLTO

Dal punto di vista tecnico, queste FreeBuds Pro 2 riescono a coniugare estetica piacevole, compatta, leggera e conseguente “vestibilità” d’uso, con un’integrazione tecnologica a dir poco sorprendente. L’obiettivo è stato evidentemente quello di non stravolgere il design delle precedenti FreeBuds Pro ma, al tempo stesso, portarle a un altro livello prestazionale. Ecco quindi che all’interno del guscio troviamo da un lato un driver dinamico da 11mm a quattro magneti dedicato alla riproduzione delle frequenze medio-basse e ultra-basse (capace di scendere fino a 14Hz), mentre alle medie e alte frequenze è dedicato un inedito diaframma micro-planare (che raggiunge i 48 kHz).

E quest’ultimo è, a mio avviso, il componente che contribuisce maggiormente a distinguere le FreeBuds Pro di seconda generazione dalla concorrenza e a caratterizzarle dal punto di vista sonoro. Sì perché un driver planare riesce a riprodurre elevatissime frequenze, mantenendo sempre grande controllo, piacevolezza d’ascolto e un’ampia scena sonora. Ma una volta messi insieme i componenti, bisogna anche saper trovare il giusto mix di crossover ed equalizzazione, ed è qui che entra in gioco la partnership con la francese Devialet. Un brand noto tra gli appassionati audio per le sue soluzioni di amplificazione digitale molto raffinate che ha acquisito negli anni un notevole know-how sul processamento del segnale audio (i cosiddetti DSP) e relativa alimentazione.

Gli ingegneri del suono di Devialet hanno dedicato mesi alla messa a punto delle cuffie con sessioni d’ascolto e il coinvolgimento diretto di ascoltatori di tutti i tipi: dal più esigente “audiofilo”, all’ascoltatore di tutti i giorni, passando anche per addetti ai lavori del mondo musicale (che privilegiano quindi una resa più “neutra” in stile monitor studio).

Il tutto con un “fine tuning” finale dedicato proprio a noi europei. Sì perché dovete sapere che i gusti d’ascolto occidentali (con ulteriori distinguo tra europei e americani, tra l’altro) e asiatici sono diversi, sia per questioni meramente culturali, sia per conformità dell’orecchio che portano generalmente gli orientali a risultare più sensibili alle alte frequenze. E questo non vale solo per le cuffie, ma più in generale per qualsiasi prodotto audio: la messa a punto finale di diffusori e amplificazioni localizzati per i vari mercati è ormai una prassi consolidata dell’industria.


Ma quindi come suonano le FreeBuds 2 Pro? Bene, dannatamente bene! Ciò che colpisce al primo ascolto è senza dubbio il loro timbro equilibrato e l’ampia resa scenica. Comodamente avvolti nel silenzio del divano di casa (quindi senza cancellazione del rumore attiva) il preset di equalizzazione “standard” messo a punto da Devialet tende ad enfatizzare leggermente le bassissime frequenze, ma senza mai prendere fastidiosamente il sopravvento.

Le frequenze più acute ci sono sempre tutte, anche belle cristalline, ma senza arrivare mai a stridere o a generare fatica d’ascolto. Ai medi, poi, le voci acquisiscono la giusta pienezza e un’ottima messa a fuoco. Come si esce fuori di casa, quella leggera enfatizzazione dei bassi percepibile nel silenzio tende ad attenuarsi e anche con la cancellazione del rumore attiva (che vi suggerisco di mantenere semplicemente in “dinamico”) la resa sonora riesce a mantenere un notevole bilanciamento complessivo.

Le FreeBuds Pro 2 se la cavano egregiamente con qualsiasi genere musicale, restituendo grande articolazione (ascoltate, ad esempio, il giro di basso finale del brano “Giorgio by Moroder” dei Daft Punk e godetevi anche l’ingresso dell’assolo di chitarra elettrica, accompagnato dalla batteria), una super separazione (divertitevi con il “ping pong” di “Time” dei Pink Floyd), un’ampia risposta in frequenza e dinamica (qui vi consiglio “I’m Not a Hero” di Hans Zimmer, tratto dalla straordinaria colonna sonora del film “Il Cavaliere Oscuro” di Christopher Nolan: un brano quasi “tellurico” nel restituire le ultra basse) e voci sempre di grande pienezza e ben centrate (godetevi le incredibili capacità canore di Rachelle Ferrell in “I Can Explain”).

Se proprio devo trovare un limite a queste cuffie TWS è nella riproduzione dei pieni orchestrali di opere sinfoniche: la complessità e la dinamica in gioco sono esagerate anche per piccoli driver ben progettati come quelli delle FreeBuds Pro 2. Però è anche vero che se siete appassionati del genere, do per scontato siate già possesso di ben altro tipo di cuffie (cablate), giusto?

La connessione Bluetooth 5.2 e la compatibilità ai codec LDAC e LDAC HD (oltre ai più “standard” AAC e SBC), con relativo supporto ai brani con campionamenti fino a 96 kHz / 24 bit (solo sui dispositivi Android compatibili, Apple e gli iPhone si fermano a 48 kHz / 24 bit) consentono di riprodurre i brani compatibili con maggiore qualità. Sebbene LDAC e LDAC HD rimangano ancora dei codec con perdita (il bit-rate di trasmissione massimo si ferma a 990 kbps), i vantaggi in presenza di brani ad elevato campionamento si sentono, in particolare sulle voci, l’articolazione alle base frequenze (molto più frenata) e la scena sonora. Ho testato il pieno supporto con servizi musicali come Amazon Music Unlimited o Deezer Premium e alcuni brani in FLAC caricati in locale.

Nel confronto con altre cuffie true-wireless, posso dirvi che per l’ascolto musicale le ho preferite sia alle Sony WF-1000XM4 (con mia grande sorpresa!), sia alle Apple AirPods Pro, che alle Technics AZ70W. Le Sony sono molto buone, ma non raggiungono l’equilibrio generale delle nuove Huawei e risultano molto più ostiche da posizionare in maniera ottimale. Le AirPods Pro riescono a suonare più forte e questo può sicuramente trarre positivamente in inganno, però dopo qualche secondo ci si rende anche conto di quanto siano più “ruffiane” e meno rigorose. Le Technics risultano meno comode e si adattano molto meno agevolmente a vari generi musicali (senza contare che la parte telefonica è parecchio indietro).

AUTONOMIA E APPLICAZIONE

Ed eccoci a parlare dell’autonomia di queste FreeBuds Pro 2. Diciamo subito che le sto utilizzando ormai da 3 settimane e ho completato 3-4 cicli di ricarica. La batteria dovrebbe quindi essere rodata e le prestazioni sono quelle definitive. Huawei dichiara 4 ore di utilizzo con ANC attivo ad un volume medio e effettivamente non ci andiamo molto lontano.

Utilizzate in aereo con volume al massimo e cancellazione attiva del rumore impostata su Dinamico sono giunto a destinazione dopo circa 2 ore e 20 minuti con ancora il 40% di carica residua. Considerato un consumo un pochino più rapido sotto il 20% di batteria residua diciamo che le 4 ore non sono assolutamente un traguardo irraggiungibile. Abbassando il volume e disattivando l'ANC si può andare comodamente oltre.

La custodia, con la sua batteria integrata da 580 mAh, garantisce altre 18 ore di ascolto con ANC attivo e 30 ore con ANC disabilitato. La ricarica avviene tramite USB-C oppure anche via wireless (standard Qi) con una potenza massima supportata di 2W. Il tempo di ricarica completa delle auricolari è di circa 40 minuti mentre la custodia (senza auricolari) si ricarica completamente in un’ora, utilizzando il cavo.


Come per tutte le altre cuffiette della linea FreeBuds di Huawei, anche queste Pro 2 utilizzano l’app Ai Life per la connessione allo smartphone e sono compatibili con tutti i dispositivi Android e iOS. Non manca però la possibilità di utilizzarle stand-alone, collegandole direttamente con il dispositivo di riproduzione tramite Bluetooth e sfruttando i comandi touch per attivare e disattivare l’ANC.

Il mio consiglio, se potete, è comunque quello di passare sempre dall’app Ai Life per poter sfruttare pienamente tutte le caratteristiche delle FreeBuds Pro 2. L’applicazione permette infatti di controllare diversi aspetti della riproduzione e dell’intervento della cancellazione del rumore.

Come già detto sopra possiamo infatti modificare le modalità di intervento dell’ANC, così come attivare la funzione Aware e le chiamate HD. Ma non solo, nel menu effetti audio sono anche presenti una serie di preset di equalizzazione che potete applicare con un semplice click o modificare creandone alcuni personalizzati.


Non mancano le impostazioni delle gesture, la possibilità di effettuare il test di adattamento e la funzione “trova auricolari”. Infine abbiamo tutte le funzionalità legate agli aggiornamenti firmware e le impostazioni per la modalità a bassa latenza e il rilevamento intelligente degli auricolari che interrompe automaticamente la riproduzione quando togliamo le cuffie dalle orecchie.

E se volessi connettere le mie auricolari al PC come le controllo senza un software dedicato? Semplice, con lo smartphone. Quando collegate le FreeBuds Pro 2 ad un dispositivo che non dispone dell’applicazione potete comunque continuare ad utilizzare l’app sullo smartphone per gestire tutto ciò che non si può controllare con le gesture.

Piccola nota a margine. Peccato che su Android da smartphone “non Huawei” alcune scelte strategiche dell'azienda non rendono del tutto immediati gli aggiornamenti dell’app (nessun problema, invece, per gli eventuali aggiornamenti firmware delle cuffie), ma una volta acquisita la procedura ci si riesce facilmente. Alla prima installazione, una volta aperta l'app, verrete avvisati con una notifica della presenza di un aggiornamento. Accettate e seguite la procedura, vi verrà fatto scaricare l'APK dell'app completa e da lì potrete installarla. Una volta installata la versione più recente ricordatevi di eliminare la precedente. Sì, non è immediata come procedura ma vale solo per la prima installazione.

CONSIDERAZIONI

Con le nuove FreeBuds Pro 2, Huawei ha deciso di puntare in alto e con merito. I passi in avanti rispetto alle precedenti “Pro” è evidente sia per quanto riguarda la cancellazione del rumore, sia per le prestazioni musicali. Su entrambi i fronti non temono la concorrenza (anzi!) e valgono più di quel che costano. Sono anche comode da indossare e possono contare su un’app di supporto estremamente completa e versatile.

Spettacolari come sempre nel fixing e nella qualità in chiamata, con una cancellazione del rumore di fondo da primato assoluto. Per quanto riguarda le gesture, la personalizzazione è davvero ampia e soddisfacente, mentre continuo a preferire le interazioni con tap (delle FreeBuds 4, ad esempio) a quelle con pinch. Molto apprezzate, infine, la presenza della ricarica wireless della custodia e l’autonomia generale: si arriva a fine giornata tra telefonate e ascolti musicali con ANC attivo a fasi alterne, ed è quel che conta.

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Ok, ma non vi ho ancora parlato del prezzo. Il listino recita 199 euro ma, come sempre, l'azienda non è nuova a promozioni e già al lancio, per qualche giorno, è stato possibile acquistarle con 30 euro di sconto. Se non avete fretta potete quindi attendere una nuova promozione che certamente non tarderà ad arrivare. Proprio in questo momento è attiva un'ulteriore promo che a fronte dell'acquisto delle cuffiette vi permette di ricevere in regalo la Huawei Band 7, una custodia per il case delle cuffie e un'estensione di garanzia di 12 mesi.

PRO E CONTRO


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