Se provassi a chiudere gli occhi per dare forma a tutta l'avventura di Like a Dragon: Infinite Wealth in una sola parola, non ci riuscirei. Potrei prendermi tutto il tempo del mondo, ma non ce la farei comunque. L'ultimo (l'ottavo) capitolo della serie Yakuza (il cui nome, ora, è "Like a Dragon") deve fare tante cose: strizzare l'occhio ai nuovi arrivati, omaggiare i videogiochi originali, solidificare le basi per il futuro della serie ed essere, nel contempo, il miglior capitolo, considerando gli investimenti e la grandezza. Insomma, ambizioni non da poco. Sapete qual è il bello? Che ci riesce in tutte. Mettetevi comodi, perché siete capitati sulla recensione di Like a Dragon: Infinite Wealth (in versione PS5) che non lascia nessuno indietro, proprio come il gioco stesso.
Scheda videogioco
- Publisher SEGA
- Sviluppatore Ryu ga Gotoku Studio
- Genere Gioco di ruolo
- Numero giocatori 1 (minigiochi giocabili in 2)
- Lingua Testi in italiano
- Disponibile su
Quali Yakuza devo giocare per godermi Like a Dragon: Infinite Wealth?
Togliamoci ll sassolino dalla scarpa: è possibile godersi Like a Dragon: Infinite Wealth senza aver completato nessun capitolo di Yakuza. Questo perché la storia, almeno quella principale, è a sé stante, sebbene si poggi su tutte le conseguenze dei predecessori.
Sarebbe però molto consigliato giocare almeno Yakuza: Like a Dragon (cioè Yakuza 7) e Like a Dragon: Gaiden, poiché strettamente collegati alla trama. Per la cronaca, il primo è il predecessore di questo capitolo e va ad introdurre il nuovo protagonista, Ichiban Kasuga; l'altro, invece, è un episodio più piccolo e segue le vicende di Kazuma Kiryu, colui che fino a pochi titoli fa era il solo e unico protagonista.
Chi godrà maggiormente della totalità narrativa di Infinite Wealth, però, saranno i fan storici della serie. Il gioco include tra l'altro un capitolo ricco di riferimenti al passato che farà la gioia di chi è vicino alla saga sin dagli albori.
Sì, in effetti è tutto un po' caotico, ma ad una buona ragione: la storia di Yakuza va avanti dal 2005, tanto è vero che Kazuma Kiryu mena cattivi da allora. Il culmine del suo viaggio è arrivato con Yakuza 6: Song's of Life nel 2016, un capitolo brillante, sentimentale, dove il nostro eroe è stato costretto a cambiare identità per proteggere la sua famiglia, facendosi da parte. In Gaiden abbiamo visto, però, che qualcosa è andato storto e che per forza di cose Kiryu doveva tornare un'ultima volta sulle scene.
Di cosa parla Like a Dragon: Infinite Wealth?
La storia di Like a Dragon: Infinite Wealth riprende qualche anno dopo gli eventi del predecessore. Non scenderò troppo nei dettagli, ma è letteralmente impossibile non citare un paio di eventi principali accaduti nel passato della serie.
Il "grande scioglimento", cioè l'abolizione dei principali clan mafiosi in Giappone, ha portato numerosi ex yakuza a brancolare nel buio, tanto da non riuscire più a reintegrarsi nella società.
Per dare una mano in tal senso, il protagonista, Ichiban, comincia a lavorare in una società di nome Hello Work, una sorta di ufficio di collocamento particolarmente comprensivo nei riguardi di quei malavitosi che decidono di cambiare vita, utilizzando i propri talenti per scopi nobili. È una bellissima immagine, che, tuttavia, sarà spazzata via da un'incombenza.
Tutta una serie di vicissitudini porteranno a galla un'informazione che sconvolgerà Ichiban: sua mamma, che non ha mai conosciuto nei suoi oltre quarantanni di vita, è viva, è alle Hawaii e i residui della mafia giapponese la stanno cercando con una forza stranamente troppo insistente. Il motivo spetterà a voi scoprirlo, insieme al mitico Kazuma Kiryu, che si ritroverà lì a Honolulu con lo stesso obiettivo.
La trama di Like a Dragon: Infinite Wealth rappresenta già di per sé un ottimo incipit, di quelli semplici, efficaci, che si sviluppano con bei colpi di scena, sorretti pure da un ottimo cast di personaggi, che include sia personalità già apprezzate, sia novità assolute.
Viene però data la priorità alle figure di Ichiban e Kiryu, mentre gli altri fanno più da collante o da parentesi.
Chiaramente viene messo sotto la luce dei fari un aspetto molto importante della vita criminale, quella della seconda chance, o meglio, della riabilitazione e della reintegrazione nella società. Il filo conduttore, tuttavia, è una classica ricerca, la "caccia all'uomo", in questo caso una donna, che soffre dell'abusato effetto "Super Mario", poiché i personaggi si recano spesso in punti dove poi quella persona non c'è. Nonostante alle volte rallenti inevitabilmente la narrazione, il ritmo non ne risente troppo e propone una storia appassionante come buona parte dei capitoli della saga, che serpeggia tra i due protagonisti senza che uno primeggi sull'altro.
La più grande novità: le Hawaii
Il teatro che fa da sfondo alle vicende sono le Hawaii, che rappresentano un cambio di paradigma per la serie, considerando che è sempre stata ambientata in Giappone.
Sebbene vi sia una bella fetta dell'avventura consumata tra i quartieri nipponici, la stragrande maggioranza degli eventi principali prenderanno vita a Honolulu, la capitale delle Hawaii. La città è la più grande e complessa mai vista in un capitolo di Yakuza, certamente la più viva a livello di densità di veicoli e popolazione.
Non si può dire che sia la location più affascinante, anche perché il motore grafico se la cava meglio con le scene in notturna e con i neon accesi delle insegne che danno tutto un altro sapore all'estetica, mentre la luce del giorno "raffredda" la grafica e mette in risalto un impatto un po' altalenante. Ciò detto, le Hawaii sono esattamente quello che la serie necessitava per un drastico cambio di aria.
Fanno capolino una miriade di interazioni, come la raccolta di rifiuti nel mare o il salutare i passanti per strada per migliorare la propria influenza, tutti meccanismi che si intrecciano nell'enorme schema di sviluppo preparato dagli sviluppatori, il quale va ben oltre la sola acquisizione dei punti esperienza.
Eppure, il sistema di gioco rimane il medesimo del predecessore, un'avventura con combattimenti a turni, sebbene siano evidenti i passi in avanti. Anzitutto, in battaglia sarà possibile muovere il proprio eroe all'interno di un'area, cosa che dà un ruolo più nevralgico al posizionamento del personaggio rispetto ai compagni e ai nemici.
Se nel capitolo precedente il tutto era più lasciato al caso, casuando eventuali effetti a catena in maniera più randomica e incontrollata, adesso il seguito prevede appunto il movimento strategico, così da poter eseguire colpi alle spalle, combo con gli alleati o addirittura attacchi speciali con la raccolta di armi sul campo. La stessa cosa vale anche per le abilità, le quali vantano un raggio di azione eventualmente regolabile in base al vostro posizionamento sul campo.
L'arrivo delle Hawaii ha poi semplificato l'acquisizione dei lavori (cioè le classi di Infinite Wealth) e il relativo cambio, in maniera tale da poter sperimentare più abilità per capire tutte le nuove sinergie, corredate pure da mosse inedite di squadra per sbaragliare più nemici contemporanamente.
A proposito: la costruzione della città sfoggia una maggiore attenzione dal punto di vista ludico, con una distribuzione oculata di ricompense, mini-boss e altre chicche da esperti, sintomo che Ryu Ga Gotoku Studio ha davvero studiato al millimetro come migliorare la formula originale, confezionando un gioco di ruolo di famiglia giapponese di prima classe, che non ha nulla da invidiare ad altre eccellenze.
In realtà, se proprio dobbiamo trovare il pelo nell'uovo, alle volte gli effetti di alcune abilità sono un pelino imprecise: capita che tavolta si decide di scagliare una mossa speciale in una specifica area, ma che all'ultimo gli avversari (o gli alleati) si spostino. Le stesse descrizioni sono molto semplificate e preferiscono spingere l'utente a provare l'abilità sul campo prima di capirne l'effettiva efficacia.
Il più grande Yakuza è sempre Yakuza
Di fatto l'ossatura di Like a Dragon: Infinite Wealth rimane quella di sempre, con un miscuglio di lotte, dungeon e passeggiate in città incollate da lunghissime sequenze di intermezzo e parecchi dialoghi tra i tanti personaggi del cast.
Si entra in sintonia con gli eroi sin da subito, e, sebbene la gran quantità di battute potrebbe spaventare i meno avvezzi alla serie, Infinite Wealth cerca in tutti i modi di essere in equilibrio in un racconto che mescola assurdità, ilarità e dramma con una consapevolezza che solo Ryu ga Gotoku Studio riesce a confezionare con maestria. L'espressività, malgrado mostri un po' il fianco in alcune animazioni, può contare su una buona resa dei volti, in particolare sulla pelle e sugli occhi.
Personalmente, ho percepito della pesantezza nei dialoghi solo in rari momenti, in particolar modo in città, nell'istante in cui si vanno ad attivare le missioni secondarie non appena ci si avvicina ai punti d'interesse. Questo potrebbe causare momenti di fastidio, anche perché i compiti collaterali prevedono lunghi scambi di battute che magari in quel momento non si desiderava affrontare.
Ciò detto, l'economia di gioco risulta molto più organica rispetto al passato, bilanciata nei punti d'esperienza, nell'acquisizione delle ricompense e nella distribuzione delle attività.
Certo, lo ribadisco, il gioco alle volte distoglie forzatamente l'attenzione dalla missione principale per presentare un compito collaterale, un elemento che potrebbe essere interpretato come un allungamento del brodo, ma che, a conti fatti, serve ad incrementare la varietà e a mostrare al giocatore l'effettiva, altissima qualità dei minigiochi offerti.
Tornano alcuni grandi classici, come il baseball, il casinò, il majong, Virtua Fighter e il karaoke, ma se ne aggiungono di nuovi, in particolare Crazy Delivery e Dondoko Island: il primo è una splendida parodia di Crazy Taxi, un'evoluzione della PedaLatta vista nel precedente, ma più ricca e adrenalinica.
La vera star è però Dondoko Island, una sorta di Animal Crossing in miniatura dove dovrete gestire il vostro resort, coccolando gli ospiti, raccogliendo risorse sparse per l'isola, potenziando le strutture ed edificandone di nuove. Il mix funziona alla grandissima e crea un flusso assuefacente, anche perché, con i giusti accorgimenti, è possibile guadagnare enormi somme di denaro da investire poi nel gioco base.
Potrete personalizzare l'interno della casetta di Ichiban e l'esterno dell'isola, oltre a cacciare i pirati, a pescare, a raccogliere insetti, falciando alberi e rompendo pietre, così da avere i reagenti giusti per accrescere la popolarità del resort.
Non contenta del già buon numero di attività collaterali, questo capitolo introduce pure le battaglie tra Sujimon, la sua visione comica dei mostri collezionabili, solo che qui sono dei reietti della società reclutabili per lanciarli in sconti tre-contro-tre proprio come se fosse un videogioco dei Pokémon edulcorato, con tanto di capi-palestra da battere. Il risultato è così assurdo nella messa in scena che diverte, anche se non raggiunge i livelli di profondità confezionati da Dondoko Island.
Insomma, Like a Dragon: Infinite Wealth è davvero il capitolo più grande di sempre. Delude l'assenza di alcuni tra i migliori minigiochi, tra cui il Dragon Kart e il Pocket Circuit, ma l'offerta è, a conti fatti, enorme.
La campagna principale vi terrà incollati per almeno una cinquantina di ore: a differenza del primo capitolo, il cui livello di sfida lasciava a desiderare, questo seguito pone maggiore attenzione, senza richiedere al giocatore di perdersi in ore e ore di farming per poter avanzare nel filone della storia.
Tra l'altro, anche la progressione stessa del personaggio è stata migliorata. Per dire, i gruppi di nemici più deboli possono essere evitati con facilità o addirittura eliminati senza dover combattere, premendo il tasto corrispondente per metterli instantaneamente al tappetto. Bella anche la presenza dei dungeon creati proceduralmente, ottimi per salire di livello e raggranellare risorse extra. Anche l'acquisto e la creazione di armi sono due aspetti curati con più competenza, specie nell'erogazione dei reagenti.
Il New Game Plus è davvero a pagamento?
Sta facendo molto discutere la scelta, assurda, di inserire la modalità New Game Plus a pagamento. In effetti è così, ma è meglio chiarire un punto: una volta completato il gioco, potrete continuare a giocare per completare l'avventura al 100% e accedere ai contenuti lasciati in disparte, per una longevità che potrebbe superare agevolmente il centinario di ore.
Personalmente ho collezionato 80 ore completando l'intera avventura e alcune delle attività collaterali.
Se desiderate però ricominciare il gioco ad un livello di sfida più elevato, mantenendo lo stesso equipaggiamento, dovrete essere possessori dell'edizione Deluxe o Ultimate, che portano con sé altri bonus digitali, tra cui due lavori aggiuntivi e un dungeon esclusivo. Purtroppo anche Ryu Ga Gotoku Studio non è esente dalle logiche (illogiche) del mercato attuale.
In ogni caso, Like a Dragon: Infinite Wealth sarà disponibile nei negozi a partire dal 26 gennaio 2024 per PS5, PS4, Xbox Series X|S, Xbox One e PC a partire da 69,99€, mentre le versioni Deluxe e Ultimate sono disponibili in digitale a 84,99€ e 109,99€. Per il momento non conosciamo il costo del pacchetto DLC che possa offrire l'accesso ai contenuti extra per i possessori dell'edizione Standard.
Giudizio Finale
Like a Dragon: Infinite Wealth
Like a Dragon: Infinite Wealth è l'opera magna di Ryu ga Gotoku Studio, un gioco di ruolo nipponico maturo e sapientemente bilanciato dotato di un solido sistema di combattimento e di sviluppo, un'ottima longevità, riempito di attività e minigiochi di qualità eccellente. La storia, poi, offre una meravigliosa immagine di pace e amore per chi ha sbagliato ed è stato sfortunato, un inno alle seconde chance, oltre a rendere omaggio al mitico Kazuma Kiryu, colui che è stato il volto e l'anima della serie da sempre. Il nuovo protagonista, Ichiban Kasuga, è però un degno erede, e vederli insieme in questo viaggio alle Hawaii rappresenta senz'altro uno dei punti più alti raggiunti da tutta la saga.
Voto finale
Like a Dragon: Infinite Wealth
Pro
- Storia appassionante e cast eccezionale
- Formula collaudata ma levigata e perfezionata
- Quantità e qualità ottima delle attività collaterali
- Economia di gioco ben bilanciata e soddisfacente
- Sistema di combattimento notevolmente migliorato…
Contro
- … a parte qualche imprecisione qua e là
- I dialoghi alle volte verbosi e prolissi
- Visivamente tra alti e bassi
- New Game Plus a pagamento
- Per apprezzarlo al massimo, bisogna conoscere tutta la saga
Giorgio Palmieri Da oltre 10 anni scrive sulle pagine del network di SmartWorld. Adora la tecnologia come Winnie The Pooh con il miele. Ama scrivere di videogiochi e si occupa di info-commerce, ed è anche particolarmente bello. Almeno, così dice sua madre.