Non si placano le discussioni attorno al prossimo chip top di gamma di Samsung, l’Exynos 2500: appena qualche giorno fa era stato avvistato a bordo di un Galaxy S25, il che aveva riacceso le ipotesi della sua effettiva distribuzione, in contrasto con l’ipotesi di una gamma “tutto Snapdragon”, come accadde nel 2023, paventata nelle ultime settimane da leaker generalmente molto attendibili. Gli stessi leaker sono tuttavia tornati sulla questione e hanno ribadito: ci saranno solo Snapdragon.
Anche alcuni dipendenti di Samsung stessa sembrano ormai rassegnati all’evidenza e si abbandonano completamente alla fase di analisi di cos’è andato storto. Come possiamo evincere dai benchmark, il progetto c’è ed è completo (le prestazioni non sembrano all’altezza degli Snapdragon 8 Elite, ma ai fini del discorso facciamo finta che non sia un problema). Il guaio è nelle fonderie - secondo indiscrezioni la percentuale di chip difettosi che escono dagli impianti è addirittura intorno al 70%, un dato chiaramente inaccettabile.
I reiterate that all versions of the Galaxy S25 series in the world adopt Snapdragon 8 Elite, and will not adopt Exynos.
— ICE UNIVERSE (@UniverseIce) November 13, 2024Un dipendente della divisione che si occupa proprio di sviluppare i chip mobile ha parlato con il The Chosun Daily osservando che le recenti leggi sudcoreane sugli orari di lavoro, che impongono un limite massimo di 52 ore a settimana (40 regolari e 12 di straordinario) sono state d’intralcio. Il dipendente dice che gli è capitato di andare a casa con dei lavori ancora da completare, e lo stesso è successo a suoi colleghi. Alcuni “dipendenti chiave”, così sono stati definiti, continuavano a lavorare dopo aver timbrato l’uscita pur di completare il progetto a cui si stavano dedicando.
È chiaro che questa situazione può essere inquadrata effettivamente come un problema organizzativo, non di numero di ore lavorative settimanali, ma in ultimo conta poco - la resa degli impianti è quella che è, e quindi toccherà ripiegare su Snapdragon. Per Samsung il danno è triplo: c’è il denaro sprecato in ricerca e sviluppo, c’è la necessità di pagare un’azienda concorrente per la fornitura di chip, e come se non bastasse gli Snapdragon 8 Elite costano molto di più di quanto sarebbe costato l’Exynos - si parla di 250 dollari a unità contro 150.
Non sappiamo esattamente quanti Galaxy S con Exynos venda Samsung rispetto a quelli con Snapdragon, anche perché il “mix” di chip tende a variare negli anni per mercati e modelli, ma già solo con un milione di dispositivi, cifra estremamente conservatrice e irrealistica, si parla di 100 milioni di dollari. Per porre rimedio, almeno parziale, alla situazione Samsung starebbe addirittura pensando l’impensabile: far produrre i suoi futuri Exynos a TSMC.
Ci sono almeno due fonti attendibili che sostengono questa teoria, tra cui un ex dipendente Qualcomm che ora fa l’analista. Non è un mistero che i processi produttivi della fonderia taiwanese siano più raffinati, precisi e affidabili - ormai tutti i grandi chipmaker, mobile e non, hanno abbandonato Samsung Foundries in favore di TSMC; restano Google, che secondo molteplici indiscrezioni se ne andrà con il Tensor G5 in uscita nell’estate 2025, e appunto Samsung stessa.
Per come è stata inquadrata la situazione, pare che nessuna decisione definitiva sia ancora stata presa, il che significa che se ne dovrebbe parlare abbastanza in là nel tempo; potrebbe essere già tardi per vedere un ipotetico Exynos 2600 del 2026 "made by TSMC". Staremo a vedere.