Soundbar: come scegliere quella giusta?

1 year ago 137

Il periodo a cavallo tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 - grazie all’avvento del DVD e delle tracce in Dolby Digital o in DTS 5.1 – è stato appannaggio dell’Home Theater, con molti appassionati di cinema che hanno investito nell’acquisto di sinto-amplificatori multicanale (se non addirittura pre-processori + finali di potenza), relative casse e subwoofer. Soluzioni dalla resa indubbiamente appagante, ma dall’installazione non sempre agevole, con costi che potevano velocemente lievitare e ad elevato rischio di frizioni WAF (Wife Acceptance Factor).

Fu così che sempre agli inizi degli anni 2000, seppur ancora in sordina, alcuni produttori come Altec Lansing o Pioneer cominciarono a proporre il concetto di “Barra Sonora Surround”: un corpo unico a sviluppo orizzontale da posizionare sotto al televisore (o sopra, visto che i TV a tubo catodico erano ancora tra noi) che conteneva al suo interno una serie di altoparlanti, l’elettronica e l’amplificazione capace di sostituire in un colpo solo ingombranti diffusori, amplificatori e relativi cavi in giro per la stanza.

LINIZIO DI TUTTO

Ma la vera svolta giunse nel 2005, quando Yamaha presentò la sua prima soundbar “Proiettore Sonoro” YSP-1. Già dal nome possiamo intuire una prima differenza: esteticamente sempre basato sul concetto “all-in-one” a sviluppo orizzontale, è al suo interno che cambiava tutto, con una serie di micro altoparlanti disposti in maniera strategica e una sofisticata elettronica in grado di indirizzare il suono in maniera puntuale e di sfruttare le riflessioni ambientali per “ingannare” il nostro apparato uditivo e regalarci la percezione di un suono surround 5.1 canali. Nacquero così i “raggi sonori” o il “beam forming” applicato all’audio, frutto della decennale esperienza del brand giapponese in ambito DSP (Digital Signal Processing).

In questo primo modello, la configurazione dei parametri ambientali come disposizione, angolazioni, dimensioni della stanza andavano impostati manualmente, ma le successive versioni furono poi dotate di un microfono di calibrazione, in grado di automatizzare e ottimizzare tutte le procedure di funzionamento.

Complice poi la diffusione dei televisori a schermo piatto, decisamente più sottili degli allora TV CRT, con conseguente drastica riduzione della qualità degli altoparlanti integrati, ecco che progressivamente cominciò ad aumentare l’interesse per le soundbar, capaci di unire facilità d’installazione, impatto estetico e miglioramento dell’esperienza sonora TV.

Un’evoluzione della specie che vede oggi tutti i principali brand dell’elettronica di consumo e produttori di diffusori proporne variegate interpretazioni, più o meno ricercate dal punto di vista delle caratteristiche e delle funzionalità e con prezzi altrettanto variabili, che possono partire da meno di 100 Euro fino a raggiungere le migliaia di Euro. Quindi, come scegliere la soundbar adatta alle nostre esigenze? Ve lo spieghiamo qui di seguito.


Piccola premessa, i consigli e le nozioni che leggete qui sono valide universalmente. Nel testo verrà fatto riferimento ad alcuni prodotti Samsung, che ringraziamo per averci supportato nello sviluppo di questo contenuto. Ovviamente sono solo esempi, inseriti per "dare un volto" a ciò di cui si parla.

LE SOUNDBAR SONO TUTTE UGUALI?

Le soundbar sono tutte uguali? La risposta a questa domanda è lapalissiana: NO! E il motivo è presto spiegato e facilmente deducibile dalle foto e dalla sintesi delle caratteristiche proposte su qualsiasi insegna in negozio fisico e online. Ce ne sono di più larghe o più strette, di più alte o più sottili, di più o meno profonde. Cambia la potenza che sono in grado di erogare e il numero di canali che possono gestire (alcune delle quali addirittura prive di effetti surround). Differiscono per numero e tipo di ingressi e/o uscite audio/video, funzionalità “smart”, versatilità ed espandibilità.

Prima di tutto dovete avere chiari budget di spesa e obiettivi d’ascolto che volete ottenere. E’ molto importante perché quasi sempre i due aspetti vanno di pari passo. Ve la faccio breve? Avete appena comprato un fiammante nuovo TV 4K HDR da 75 pollici e siete convinti di poter trasformare il tutto in un’esperienza “Cinema in casa” acquistando una soundbar entro i 200 Euro con “300W, Dolby Atmos, Subwoofer wireless, 4K HDR pass-through” (ho preso un esempio a caso trovato su Amazon)? Bene, rimarrete molto probabilmente delusi! E vi spiego perché: la potenza dichiarata bisognerebbe prima di tutto sapere come sia stata misurata; il Dolby Atmos lo accetta indubbiamente, ma essendo un modello a 2.1 o massimo 3.1 canali, scordatevi un surround avvolgente che rimbalza da tutte le parti; il subwoofer è quasi sicuramente di tipo economico e quindi aiuta sicuramente ad estendere la risposta in frequenza, ma scordatevi impatti dinamici cinematografici; le porte HDMI consentono il pass-through dell’HDR, ma anche nelle versioni Dolby Vision e/o HDR10+ e/o HLG? In sostanza, quei 200 euro vi avranno molto probabilmente consentito di migliorare l’audio degli altoparlanti integrati nel TV (e anche qui, molto dipende anche dalla fascia di prezzo del TV), ma per funzionalità complete e un’esperienza simil Home Theater bisogna prevedere come minimo un raddoppio di spesa.


Discorso diverso se avete un piccolo televisore (diciamo fino a 42 pollici e magari di fascia medio-bassa) che dal punto di vista sonoro proprio non vi soddisfa. In questo caso se l’obiettivo fosse semplicemente quello di migliorare la chiarezza e l’estensione in frequenza degli ascolti, anche soundbar economiche senza subwoofer (o con pseudo subwoofer integrati) possono andar bene; per intenderci parliamo di prodotti simili alla Samsung HW-T400 (2.0). La collegate alla TV via HDMI o via cavetto digitale ottico e ve la godrete, magari anche per qualche ascolto musicale senza pretese. Non offrirà effetti surround, non si connetterà a Internet per accedere a servizi musicali, ma non era ciò che cercavate.

LE DIMENSIONI DI UNA SOUNDBAR

Come detto prima, il mercato offre oggi soundbar di tutti i tipi, anche in termini di design. Il primo suggerimento è quello di scegliere un modello che abbia una larghezza proporzionata alla diagonale della vostra TV. Per quanto riguarda altezza e profondità, molto dipenderà dal tipo di installazione: se pensate di inserirla all’interno di un ripiamo del mobile TV, avrete sicuramente minori costrizioni e un modello più alto e profondo dovrebbe garantire anche maggiori prestazioni sonore, perché come per qualsiasi altoparlante, la cubatura interna è parte integrante della resa. Se dovete invece appoggiarla alla base della TV, e volete evitare l'effetto mattonella davanti al pannello, esistono oggi soluzioni con un design Ultra Slim, come la Samsung HW-S800.

In caso di modelli con “vero” supporto audio ad oggetti (come Dolby Atmos o DTS:X) che prevedono anche altoparlanti ad emissione verso l’alto (cosiddetti upfiring speaker), fate però attenzione a non posizionarla all’interno di un ripiano chiuso o vi scorderete gli effetti da rimbalzo sul soffitto.

Le cosa cambiano se volete appendere tutto a parete: qui dovrete considerare l’impatto estetico e grazie agli enormi progressi raggiunti in questi anni sul fronte della miniaturizzazione dei trasduttori e relative compensazioni elettroniche, opterete sicuramente per un modello poco profondo, ma se riusciste a sceglierne uno un po’ più ampio in altezza, ne trarrete sicuramente giovamento. Ovviamente verificate sempre che il modello scelto sia predisposto per l’installazione a parete.

Per quanto riguarda l’eventuale presenza di un subwoofer esterno (soluzione che consiglio), sebbene siano ormai tutti modelli wireless, considerate però che sono tutti di tipo “attivi” e quindi richiedono l’alimentazione. Inoltre, il subwoofer va sempre posizionato a terra (quindi assolutamente non dentro a un mobile o sopra un ripiano) e possibilmente con spazio libero intorno (specie frontalmente) e lontano da credenze o vetrinette.

IL NUMERO DI CANALI E LA LORO GESTIONE

Anche per quel che riguarda il numero di canali, il mercato offre veramente ampia scelta. Si parte da modelli 2.0 (quindi semplicemente stereo), fino ad arrivare a quelli più evoluti capaci di gestire configurazioni audio a oggetti o audio 3D fino a 11.1.4 canali (quindi 11 canali surround + subwoofer + 4 canali soffitto); un esempio è il modello HW-Q990B (11.1.4 Ch) di Samsung. Considerate che queste ultime versioni prevedono solitamente anche dei diffusori “satelliti” surround wireless indipendenti che andranno comunque alimentati e che integrano nella parte superiore 2 altoparlanti upfiring che emettono verso il soffitto e che richiedono quindi campo libero verso l’alto per poter funzionare correttamente.

Poi ci sono tutta una serie di modelli “intermedi” a 3.1, 5.1 o 7.1 canali, che magari accettano anche segnali audio ad oggetti (Dolby Atmos o DTS:X), ma che spesso si limitano a una “virtualizzazione” degli effetti surround / bolla sonora dei canali mancanti e/o che consentono l’upgrade tramite l’acquisto successivo dei canali surround / soffitto wireless o l’integrazione con gli altoparlanti del televisore (vedi, ad esempio, la funzionalità Q-Symphony di alcuni TV più evoluti di Samsung).

LE CONNESSIONI DI UNA SOUNDBAR

Sul fronte delle connessioni le cose si fanno ancora più complicate. Le soundbar più economiche offrono solitamente solo ingressi digitale ottico, aux analogico mini-jack e la connessione wireless Bluetooth. Salendo di prezzo è prevista anche la porta di uscita HDMI con supporto ARC (canale di ritorno audio dalla TV per codifiche audio lossy o PCM 2.0 canali) o eARC (che supporta anche le codifiche lossless o PCM fino a 7.1 canali). Il tutto deve essere supportato però anche dalla TV e anche la distinzione tra ARC ed eARC dipenderà dalla generazione della TV posseduta (quelle con HDMI 2.1 sono tutte eARC, ad esempio). A questo proposito sappiate che per riprodurre i servizi in streaming da Smart TV, è più che sufficiente l’ARC visto che le tracce in Dolby Digital, Dolby Digital+, DTS (per chi volesse usare il servizio Bravia Core di alcuni televisori Sony) e anche Dolby Atmos con Dolby Digital+ sono tutte lossy.


Le soundbar più evolute prevedono anche uno o più ingressi HDMI per collegare sorgenti esterne direttamente alla barra, gestibili poi da telecomando. Però non tutte offrono gli stessi tipi di versioni HDMI e questo andrà quindi ad impattare sulle funzionalità di pass-through (ovvero il passaggio del segnale video dalla sorgente verso il TV). Tutte ormai “lasciano passare” segnali fino al 4K Ultra HD a 30Hz, molte anche fino a 60Hz e anche in HDR10, mentre il supporto ai segnali in HLG, Dolby Vision e HDR10+ non è sempre così scontato e andrà verificato attentamente prima dell’acquisto (a volte dovendo addirittura fare ricorso ai manuali d’uso).

Per chi possiede una console gaming di ultima generazione e quindi necessita anche di supporto ALLM, 120Hz e VRR, i modelli compatibili sono ancora rarissimi e anche qui le specifiche tecniche sono spesso molto poco chiare. In caso di problemi di “pass-through” l’unica alternativa rimane quella di collegare le sorgenti alle porte HDMI del televisore compatibile e sfruttare poi l’ARC o l’eARC per veicolare l’audio verso la soundbar.


Infine la questione codec audio supportati. Con le tracce Dolby (qualsiasi) non avrete mai problemi, mentre il discorso risulta meno scontato in presenza di codifiche in DTS (anche DTS-HD o DTS:X). Se non trovate un chiaro riferimento a queste ultime, è molto improbabile che siano supportate in bitstream. In questi casi dovrete attivare la conversione in PCM sulla sorgente o sulla TV (sempre che quest’ultima supporti la decodifica DTS). Insomma, come avrete capito, le cose non sono assolutamente scontate (sono anzi piuttosto complicate) e il consiglio è di informarsi molto bene sulle caratteristiche prima di qualsiasi acquisto.

FUNZIONALIT AGGIUNTIVE

Le soundbar di ultima generazione più evolute stanno diventando sempre più ricche di funzionalità aggiuntive. Si controllano da App smartphone iOS e Android, permettono di accedere ai servizi musicali in streaming (alcune anche in Hi-Res fino a 192 kHz / 24 bit), supportano funzionalità AirPlay / AirPlay 2 / Google Cast, sono dotate di pairing Bluetooth NFC, prevedono porte USB per collegare chiavette o HDD per riprodurre la musica archiviata e consentono anche di interagire tramite gli assistenti vocali di Google o di Amazon Alexa.

Alcuni modelli permettono addirittura una connessione wireless con la TV (soundbar e TV devono ovviamente essere compatibili) per la trasmissione del segnale audio senza cavi e anche in Dolby Atmos. Son tutte funzionalità interessanti, ma non essenziali e quindi lascio a voi la libertà di valutare quali possano risultare utili o meno nella scelta di una soundbar.

LIMPORTANZA DELLAMBIENTE

Quando decidete di acquistare una soundbar, a seconda della spesa e della resa perseguita, considerate prima di tutto l’ambiente d’ascolto. Inutile spendere centinaia, se non addirittura migliaia di Euro per una soundbar con pieno supporto Dolby Atmos, se l’ambiente ha una forma irregolare, soffitti ad altezze variabili o l’installazione della barra, del subwoofer e degli eventuali canali wireless aggiuntivi non avvengono in maniera ottimale.

Alcuni modelli includono anche un microfono e relativo sistema automatico di equalizzazione parametrica ambientale (sicuramente di grande aiuto), ma se la sala d’ascolto non è adatta, neppure l’autocalibrazione potrà fare miracoli. Ricordate sempre che una soundbar sfrutta le riflessioni sulle pareti e sul soffitto per poter ricreare il coinvolgimento sonoro: tenete conto!

Di seguito i prodotti presenti all'interno della guida:


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