Quando ho portato a termine The Last of Us Parte II quasi quattro anni fa, in piena pandemia, mi sono ripromesso una cosa: non lo avrei mai più rigiocato. Per quanto sia un videogioco eccezionale, come già sottolineato dalla recensione del nostro Lorenzo, il titolo di Naughty Dog mi aveva letteralmente prosciugato. Anzi, ne ero sazio. Credo che questa sia la premessa perfetta per presentarvi la recensione di The Last of Us Parte II Remastered per PS5, no?
Scheda videogioco
- Publisher Sony Computer Entertainment
- Sviluppatore Naughty Dog
- Genere Avventura
- Numero giocatori Giocatore singolo
- Lingua Italiano
- Disponibile su
È troppo di troppo!
Per me, The Last of Us Parte II è stato, come dire, "troppo": troppo violento, troppo sangue, troppa violenza, troppa disperazione. Nessuno di questi è un problema in un'opera drammatica, altroché, ma c'è un aspetto che indubbiamente mi aveva pesato più di tutti: l'avventura, semplicemente, è troppo lunga. Ricordo di averci impiegato qualcosa come trenta ore per chiuderlo, il che è assurdo per un titolo così improntato sulla narrativa cinematografica.
Sì, The Last of Us Parte II è un videogioco mastodontico che, per molti versi, non è stato né superato, né raggiunto, almeno al momento. Un racconto così maturo, dipinto con un'espressività del genere, non s'era mai visto prima che uscisse, se non nel suo predecessore, che aveva iniziato a tracciare il sentiero del futuro di Naughty Dog dopo quell'Uncharted che aveva scombussalato l'industria.
Tuttavia, parlarne senza menzionare le coraggiose (e discutibili) scelte narrative intraprese per questo seguito è difficile, ma, a prescindere dall'opinione di ciascuno di noi, rimane una produzione ambiziosa, anche e soprattutto sul versante tecnico.
Sia però messo agli atti che, questa versione rimasterizzata per PS5, di "rimasterizzazione" ha ben poco. Se consideriamo il mero dettaglio grafico, al di là di una migliore illuminazione e di materiali a maggiore risoluzione, non ci sono passi in avanti molto visibili nell'edizione current-gen.
Sia chiaro, The Last of Us Part II Remastered è ancora un grandissimo bel vedere: del resto, stiamo parlando di una delle produzioni videoludiche più avanzate dal punto di vista tecnologico di tre anni e mezzo fa, dunque era lecito aspettarsi che non sarebbe invecchiato così velocemente. Le animazioni continuano ad essere il meglio che i videogiochi possano offrire attualmente, in special modo quelle degli impatti e di reazione dei nemici ai colpi. L'espressività dei personaggi è notevole, così come lo stacco da filmato a sequenza giocata, pressocché impercettibile.
Fanno capolino due modalità grafiche, una per la fedeltà, l'altra per le prestazioni: quest'ultima è molto ben ottimizzata e presenta un ottimo compromesso tra fluidità e pulizia, a differenza di quelle dei recenti Final Fantasy XVI e Marvel's Spider-Man 2, che lasciavano un po' a desiderare.
Non è però l'aspetto estetico ad aver ricevuto il miglior trattamento, perché la rimasterizzazione include un po' di contenuti inediti ed esclusivi per la versione PS5, tra cui la modalità "Senza Ritorno".
La modalità roguelike
La modalità "Senza Ritorno" non è altro che la reintepretazione del roguelike in chiave The Last of Us. La struttura è molto semplice e prevede anzitutto una tappa al rifugio tra un combattimento e l'altro, dove poter potenziarsi con le risorse accumulate nello scontro. Ce ne sono sei in tutto per partita e vi sarà fornito sempre un bivio, così potrete selezionare quello che vi fa più comodo. La morte è permanente, dunque dovrete riuscire ad arrivare in fondo senza morire, altrimenti perderete i potenziamenti accumulati fino a quel momento.
Ogni combattimento è ambientato in uno dei luoghi del gioco, dalla stessa ed emblematica Jackson, fino agli studi televisivi di Channel 13, ovviamente riadattati per essere delle vere e proprie arene nelle quali lo scopo può variare, come l'uccisione di un preciso numero di nemici o una semplice sopravvivenza a tempo.
Col passare delle partite, nuove variabili si aggiungeranno all'algoritmo, come gli azzardi, cioè degli obiettivi specifici che, se completati, garantiranno maggiori ricompense, o i modificatori, i quali vanno a - appunto - modificare la partita: il mio preferito, quantomeno da vedere in azione, è la pioggia di molotov sul campo.
La fine della partita culmina con un'agguerrita lotta contro un boss, pescato da quelli presenti nell'avventura originale, i cui schemi comportamentali sono stati riadattati per essere godibili anche in questa modalità.
Insomma, "Senza Ritorno" è una bella aggiunta, dotata di un discreto numero di contenuti che consentono alla frizzante formula di The Last of Us Parte II di respirare al meglio delle sue possibilità. Non ci sono veri e propri potenziamenti permanenti sbloccabili, ma di sbloccabili puri se ne contano un po', soprattutto sul versante personaggi, visto che praticamente potrete impersonare tutto il cast, Joel compreso, ciascuno dei quali vanta abilità passive uniche.
Interessante anche che sia possibile personalizzare la partita come meglio si desidera: se volete, ad esempio, rilassarvi e sparare senza troppi fronzoli, potrete abbassare la difficoltà e disattivare i modificatori più letali, a discapito ovviamente del punteggio finale.
La vera occasione mancata è l'impossibilità di poter affrontare il tutto in cooperativa con un amico. Considerando che spesso si viene affiancati da un compagno mosso dall'intelligenza artificiale, sarebbe stata molto gradita la presenza di una piccola parentesi dedicata al multigiocatore.
Dietro le quinte e altri extra
La novità più interessante di questa rimasterizzazione, o almeno quella che più interesserà ai fan più sfegatati della serie, è la presenza del commento degli autori e, dulcis in fundo, dei livelli perduti. Iniziamo da questi ultimi: Naughty Dog ha infatti inserito i livelli tagliati dalla campagna principale in forma giocabile, ma sedo subito gli animi sottolineando che si tratta di versioni estremamente acerbe, la cui durata di ciascuno non supera la manciata di minuti.
Il livello più interessante è quello della "Festa di Jackson", nella quale si consuma il famoso bacio tra Ellie e Dina. Presente nel materiale promozionale, è poi diventato solo uno (splendido) filmato. La sezione avrebbe dovuto far capire ai giocatori alcune delle dinamiche sociali della cittadina di Jackson, per evidenziare come gli abitanti trascorrono il tempo nel momenti festivi, ma la fase è stata rimossa per non intaccare il ritmo. Come già accennato, il livello si presenta in una forma estremamente embrionale senza dialoghi doppiati, con animazioni mancanti e grafica non finalizzata.
"Le fogne di Seattle", invece, avrebbero svolto da sezione di raccordo per rafforzare gli enigmi ambientali del gioco, poiché sfruttavano la meccanica delle correnti d'acqua, poi (quasi) del tutto rimossa nella versione finale. Anche qui la sezione è in una versione pre-alpha lontanissima dall'essere finita, così come il terzo e ultimo livello, la "Caccia", che sarebbe dovuto essere un parallelismo con la caccia del cervo del primo capitolo, qui sostituito da un cinghiale.
Per quest'ultimo, Naughty Dog stava realizzando una complessa intelligenza artificiale per simulare un comportamento realistico dell'animale, ma avrebbe richiesto troppo tempo e si è optato per l'eliminazione netta, sebbene ci sia ancora qualche rimando all'accaduto nei diari di Ellie. Questo è il livello più "giocabile", nel senso che si combatte contro il cinghiale e si vivono i vari passi che gli sviluppatori avrebbero voluto inserire, disponibili però in forma estremamente acerba.
Se i livelli perduti, seppur graditi, lascino un po' a desiderare, lo stesso non si può dire del commento degli autori, attivabile prima di scendere in partita. Per questo motivo ho ricominciato la campagna, stupendomi del fatto che in ogni filmato il volume delle sequenze si abbassase per lasciare la parola al papà della serie, Neil Druckmann, insieme a tutti gli attori non appena i relativi personaggi fanno capolino su schermo, da Troy Baker (Joel) a Ashley Johnson (Ellie), fino a Shannon Woodward (Dina) e Laura Bailey (Abby).
Non si tratta di un commento freddo e impostato, quanto piuttosto di una chiacchierata rilassata in sottofondo tra tutte le figure che hanno lavorato al gioco. Una chiacchiera però piena di chicche che di sicuro faranno la gioia dei tecnicismi. Per dire, lo sapevate che la scena iniziale di The Last of Us Parte II è stata mostrata in anteprima assoluta dal vivo? Pensate che era stata organizzata una serata costruita da Geoff Knightley (l'ideatore di The Game Awards) per far assistere a circa 200 persone al primo dialogo tra Joel ed Ellie che avviene in The Last of Us Parte II, svolto però da attori in carne ed ossa, prima ancora che diventasse concreto nel videogioco.
Gli autori sottolineano poi quanto è stato difficile realizzare le scene d'intermezzo con il motion capture, visto che il sistema può tracciare un massimo di circa otto persone contemporaneamente, cosa non comodissima per le riprese campali come quelle di Jackson, dove ci sono molti personaggi a schermo.
Anche la scelta dei materiali sugli indumenti dei personaggi è stata frutto di una analisi e di uno studio meticoloso: pensate che anche i più piccoli dei movimenti delle dita degli attori potevano causare problemi in fase di modellamento dei poligoni. Emblematico è stato il caso di Joel, visto che Troy Baker, durante la scena, si è messo un pollice nella cinghia dei pantaloni, rendendo ancora più vero il personaggio, donandogli ancora più personalità, ma causando problemi nel rendering, eppure Naughty Dog ha deciso di lavorarci su e di tenerlo perché l'effetto finale comunicava alla perfezione lo stato d'animo di Joel. Insomma, nessun dettaglio è lasciato al caso: un altro esempio è nelle scene interne quando fuori nevica, dove il team è stato attento anche alla quantità di neve sulla giacca dei personaggi, per far capire se sono stati fuori e per quanto tempo.
Tutte queste chicche sono racchiuse, appunto, attivando il commento dei registi, una caratteristica che personalmente non solo ho apprezzato per la presenza, ma per la sua realizzazione, fattore che ci consente di capire, almeno in parte, quanto lavoro e quanto talento c'è dietro una produzione di questo calibro.
Per concludere, segnalo la presenza di costumi aggiuntivi e della modalità di chitarra libera, che include i personaggi di Ellie, Joel e Gustavo (il creatore della colonna sonora), oltre a nuovi strumenti, chitarra elettrica inclusa. Spiccano pure il supporto al DualSense e la riduzione al minimo dei caricamenti.
Prezzo e disponibilità
The Last of Us Parte II Remastered sarà disponibile a partire dal 19 gennaio 2024 in esclusiva su PS5 a 49,99€. I possessori della versione PS4 (digitale o fisica) possono acquistare la Remastered al prezzo scontato di 9,99€ e passare alla versione PS5. Non è possibile dunque accedere a "Senza Ritorno" e agli altri contenuti extra su PS4.
The Last of Us Parte II Remastered - Immagini
The Last of Us Parte II Remastered - Immagini
Giudizio Finale
The Last of Us Parte II Remastered
Più che una rimasterizzazione, The Last of Us Parte II Remastered è una Director's Cut, un'edizione che aggiunge un paio di graditi contenuti extra. Se i livelli tagliati deludono un po' le aspettative, le voci dei registi e degli attori durante i filmati della storia principale sono pieni di chicche e di osservazioni che stuzzicheranno il palato dei fan più smaliziati. Tutti gli altri si godranno la migliore versione possibile di The Last of Us Parte II, una produzione mastodontica che tutt'oggi offre standard qualitativi che, forse, solo Naughty Dog stessa potrà superare. Il tutto è corredato da una modalità roguelike che dà modo al sistema di combattimento di esprimere meglio sé stesso, ma che di sicuro avrebbe beneficiato di una modalità multigiocatore. Ora aspettiamo la versione PC e, soprattutto, la Parte III.
Voto finale
The Last of Us Parte II Remastered
Pro
- Visivamente più bello che mai...
- La presenza dei livelli perduti...
- "Senza Ritorno" è uno spasso...
- Tutti i filmati con il commento degli autori
Contro
- ... senza grandi stravolgimenti
- ... ma sono brevi e acerbi
- ... peccato manchi la cooperativa
Giorgio Palmieri Da oltre 10 anni scrive sulle pagine del network di SmartWorld. Adora la tecnologia come Winnie The Pooh con il miele. Ama scrivere di videogiochi e si occupa di info-commerce, ed è anche particolarmente bello. Almeno, così dice sua madre.