TikTok è a rischio ban definitivo negli Stati Uniti, eppure il social network di ByteDance agli americani piace, e non poco. E a fare ancora più rumore è il fatto che da quando l'app è stata messa alla gogna il suo successo è ulteriormente cresciuto: le ultime stime parlano addirittura del 50%, con gli utenti attivi mensili d'oltreoceano che sarebbero così passati da 100 a 150 milioni. Di questo, dice il CEO Shou Zi Chew, l'amministrazione USA dovrà tenere conto.
Nonostante il ban sia di fatto bipartisan - è stato voluto dal repubblicano Trump e successivamente confermato dal democratico Biden - gli utenti americani fanno sempre più affidamento sul social, anzi, sembra quasi che l'interesse sia aumentato proprio in coincidenza con la messa al bando. Negli USA, ricordiamo, TikTok è vietato su tutti i dispositivi governativi: la stessa decisione è stata presa anche dalla Commissione Europea, dal Parlamento di Strasburgo e, recentemente, dal governo britannico e dal Parlamento neozelandese.
Il CEO testimonierà davanti al Congresso mercoledì prossimo: il rischio che l'app venga bandita negli Stati Uniti è concreto, un'alternativa è la sua vendita. Lo scorporo del business USA da ByteDance viene visto come ultima carta da giocare, e non è nemmeno detto che la piattaforma possa interessare a qualcuno: il prezzo (stimato) è infatti decisamente elevato - si parla di circa 40-50 miliardi di dollari - e solo una realtà ben consolidata in ambito tech potrebbe essere in grado di investire una cifra del genere. In più, una eventuale vendita dovrebbe essere approvata dal governo cinese.
Intanto molti creator e piccoli imprenditori che su TikTok basano gran parte della loro attività si sono dati appuntamento a Washington per manifestare contro la volontà da parte del governo USA di bannare l'app. "I legislatori a Washington che discutono di TikTok dovrebbero ascoltare le persone le cui vite sarebbero direttamente influenzate dalle loro decisioni", ha affermato il portavoce di TikTok Jamal Brown. E un ban potrebbe avere conseguenze non solo economiche, ma anche politiche: 138 dei 150 milioni di MAU sono in età di voto, e considerando che nel 2024 si voterà per la Casa Bianca la decisione di un divieto ora potrebbe portare a conseguenze negative per il presidente in carica.