Uno studio mostra chi aggiorna di più i propri smartphone

1 year ago 159

Negli ultimi anni la questione aggiornamenti ha preso sempre più spazio nel panorama Android: coinvolge sia chi decide di comprare uno smartphone sia chi realizza uno smartphone.

Infatti, da una parte ci sono i consumatori, che sempre più spesso cercano uno smartphone che venga aggiornato dal produttore, così da poter avere uno smartphone sicuro per i prossimi anni. Dall'altra parte ci sono i produttori, che, sebbene strigliati da Google, stanno cercando di offrire alla propria clientela un servizio più completo sul lato aggiornamenti.

Tuttavia, aggiornare un telefono può essere anche un costo per entrambe le parti: può succedere che spendere una cifra elevata per uno smartphone implichi anche un supporto software longevo (non sempre in qualche caso); invece per un produttore supportare uno smartphone per molto tempo significa anche dover dedicare dei lavoratori a quel compito piuttosto che un altro.

Per questo motivo un utente insieme al suo team ha deciso di realizzare uno studio e analizzare la quantità di aggiornamenti in un gran numero di smartphone e l'ha rilasciato in un post su Reddit.

Ovviamente ha implicato una mole di lavoro notevole, seppur si siano concentrati sui più grandi produttori di smartphone: qui il link ai risultati ottenuti.

Di seguito riporteremo una piccola analisi dei dati ottenuti da questo studio, facendo degli esempi per capire l'impegno di un produttore di smartphone sul tema.

Asus

Asus ha limitato la sua produzione di smartphone alla sola fascia top, divisa in due settori: gli Zenfone (lo smartphone "per tutti") e il ROG Phone (lo smartphone da gaming). In entrambi i casi quello che possiamo notare è che Asus ha una politica di aggiornamenti non più al passo di altri produttori, perché rilascia 2 major update di Android. Di certo fa storcere il naso, perché per uno Zenfone 10 si parte da 799€, mentre per un ROG Phone 7 si parte da 1.029€ e non vederli più aggiornare dopo due versioni di Android fa ripensare sull'investimento fatto.

Fairphone

Sconosciuta ai più, Fairphone è un'azienda che ha fatto della sostenibilità il suo cavallo di battaglia: dall'approvvigionamento responsabile dei materiali fino al rispetto dei diritti dei lavoratori, passando per la riparabilità dello smartphone, che può essere fatta direttamente dall'utente.

Fairphone promette un supporto software per 5 anni, che però non è mai stato costante: il Fairphone 2 è stato supportato per sette anni, durante i quali ha ricevuto cinque major update; il Fairphone 3 e il 3+ invece hanno saltato Android 12 passando da Android 11 ad Android 13, perché a quanto pare Qualcomm non supportava Android 12 per lo Snapdragon 632. Stando a un post su X, il supporto per il Fairphone 3 finirà ad agosto 2024, ma loro mirano a supportarlo fino ad agosto 2026, quindi in linea di massima aggiornano per cinque anni con la possibilità di averne due bonus. Per contro, tutto questo supporto si paga: basta pensare che per il Fairphone 4 equipaggato con uno Snapdragon 750G servono almeno 579€.

Google

Google è sinonimo di garanzia e non ha bisogno di presentazioni: promette aggiornamenti costanti e feature drop sui suoi Pixel. Inoltre, lo mette anche nero su bianco con una pagina dedicata del suo sito.

Infatti, come si può leggere, per i suoi Pixel 6 e Pixel 7 Google ha stabilito che avranno 3 major update e 5 anni di aggiornamenti di patch di sicurezza. Perciò, comprando un Pixel 7 oggi, si riceverà Android 16 a ottobre 2025 e le patch di sicurezza fino a ottobre 2027.

Tuttavia, è un'esclusiva delle ultime due generazioni, perché per i Pixel 4 e i Pixel 5 il supporto software era limitato a tre anni sia per i major update sia per le patch di sicurezza: un'impegno limitato per chi sviluppa Android.

Honor

Honor è un'azienda che fino a qualche anno fa aveva un solido legame con Huawei, che poi ha interrotto per via del ban. Nonostante il divorzio tra le due, l'interfaccia personalizzata Magic OS non ha mai segnato un'interruzione netta con il passato, così come la questione aggiornamenti. 

Spesso Honor aggiorna i propri smartphone per uno o due anni, sebbene sembra voglia impegnarsi di più su questo fronte, soprattutto con i suoi top gamma, cercando di portare a 3 i major update di Android e a 5 anni di aggiornamenti delle patch di sicurezza, come nel caso dell'Honor Magic 5 Pro, uscito con Android 13 e che vedrà Android 16.

Motorola

Motorola è sicuramente un marchio di qualità e affidabilità per i suoi smartphone, ma lo è un po' meno per il lato aggiornamenti. Nonostante gli smartphone di Motorola non abbiano un'interfaccia particolarmente personalizzata perché è molto vicina ad Android Stock, l'azienda fa comunque fatica ad aggiornare i propri dispositivi. 

La maggior parte vengono aggiornati per uno o al massimo due anni, dopo di che il supporto finisce. Fortunatamente viene riservato un'occhio di riguardo per i top gamma come il ThinkPhone (qui la nostra recensione) o il Motorola Edge 40 Pro, che ricevono 3 aggiornamenti del sistema operativo e 4 anni di patch di sicurezza. 

Nokia

Nokia è un'azienda che produce sia smartphone sia feature phone, iconici del marchio. Ma per quanto riguarda gli smartphone Android, la questione aggiornamenti è confusa. Nel passato recente ci sono stati smartphone che non hanno visto neanche un major update, mentre altri ne hanno ricevuti uno o due.

Negli ultimi tempi, invece, l'azienda sta puntando alla sostenibilità dei suoi dispositivi e alla loro riparabilità, di conseguenza ha alzato il livello di aggiornamenti.

Infatti, su molti degli ultimi smartphone usciti ha garantito 3 aggiornamenti di sistema e 3 anni di patch di sicurezza, sebbene questo non sia valido per il Nokia G42, che abbiamo recensito da poco

Nothing

Nothing è un'azienda che è nel mondo Android da poco tempo, quindi non si ha uno storico di passati aggiornamenti, ma ci si deve affidare a quanto si sta vedendo e a quanto è stato promesso. Nothing ha all'attivo due smartphone: il Phone (1) e il Phone (2), usciti rispettivamente con Android 12 e Android 13. L'azienda ha promesso 3 major update e 4 anni di patch di sicurezza con aggiornamenti bimestrali: un'impegno non di poco conto. 

La conferma arriva dai numerosi aggiornamenti che sta ricevendo il Phone (2) e dal fatto che il Phone (1) ha ricevuto Android 13 a febbraio e che a maggio poteva vantare la beta di Android 14: per ora una tabella di marcia chiara e precisa.

OnePlus

OnePlus è un'azienda che rientra nell'orbita di OPPO e della sua ColorOS. Motivo per cui la sua politica di aggiornamenti non è fissa, ma varia da smartphone a smartphone. Il suo campione al momento è il OnePlus 11, che riceverà 4 aggiornamenti del sistema operativo (quindi fino ad Android 17) e 5 anni di patch di sicurezza. Ma questo non è lo standard per tutti i dispositivi: smartphone come il OnePlus Nord CE 3 Lite, che rappresentano la fascia più bassa, ricevono solo 2 major update, mentre altri di fascia media, come il OnePlus Nord 3, ricevono 3 major update e 4 anni di patch di sicurezza. Dunque, rappresenta una soluzione più equa, perché a fronte di un prezzo maggiore si hanno anche più aggiornamenti.

OPPO

OPPO è un'azienda che fa parte del gruppo BBK e intorno alla quale ruotano gli altri brand, come OnePlus e Realme, che prendono in prestito la sua ColorOS. Ed è proprio questa che punta sulla velocità degli aggiornamenti e, nonostante sia un'interfaccia personalizzata, a non discostarsi troppo da Android Stock.

Anche qui, come in OnePlus, la politica degli aggiornamenti varia in base alle fasce degli smartphone: quelli delle fasce più basse ottengono uno o due aggiornamenti di Android, mentre nelle fasce più alte gli aggiornamenti salgono.

Il 2023 si era aperto con una promessa di OPPO: avrebbe supportato alcuni top di gamma con 4 major update e 5 anni di patch di sicurezza (come succede su OnePlus 11 ndr). Però, questa promessa è rimasta sospesa, perché sarebbe dovuta ricadere sui top gamma 2023, cioè OPPO Find X6 e Find X6 Pro, ma questi non sono mai arrivati da noi.

Realme

Realme è un sub-brand di OPPO e come tale si rispecchia sia nel software sia nella politica degli aggiornamenti. Infatti, ritroviamo la stessa dinamica: uno o due aggiornamenti di sistema per gli smartphone delle fasce più basse, mentre per i top gamma il trend è quello di aggiornare il sistema operativo per 3 anni.

Samsung

Samsung è uno dei brand più rilevanti del mondo Android e per questo motivo non poteva di certo perdere la corona dell'azienda che più aggiorna i propri dispositivi. La sua One UI è presente in tantissimi dispositivi e nel tempo ha potenziato sempre di più il suo supporto. Ad oggi è quasi impossibile vedere uno smartphone Samsung abbandonato a se stesso con la stessa versione di Android con cui è uscito: anche smartphone entry level come il Galaxy A02s, che è uscito con Android 10, ha ricevuto due aggiornamenti del sistema operativo.

La situazione con il passare degli anni è migliorata sempre di più: a oggi anche degli smartphone di fascia media come il Galaxy A34 o il Galaxy A54 avranno un supporto software con 4 versioni di Android e 5 anni di patch di sicurezza. Stesso supporto che viene destinato ai top di gamma: smartphone come la serie S23, uscita con Android 13, vedranno Android 17 e avranno 5 anni di patch di sicurezza.

Sony

Sony è un marchio storico della tecnologia ed è sempre stata un punto di riferimento nel panorama Android, soprattutto dal punto di vista degli aggiornamenti. Ma gli anni passano e questo lato di Sony ha perso sempre più terreno: se una volta l'azienda giapponese era la prima ad aggiornare i propri dispositivi, adesso lascia questo aspetto in secondo piano, nonostante abbia ridotto molto la sua offerta di smartphone. Perciò, sebbene gli smartphone da supportare siano pochi e sebbene la sua interfaccia sia Android Stock con qualche aggiunta, Sony non riesce a brillare supportando i suoi smartphone per due o al massimo tre anni. Ad esempio, il Sony Xperia 1 V (qui la nostra recensione) è uscito con Android 13 e l'azienda promette di aggiornarlo fino ad Android 15 e con 4 anni di patch di sicurezza: decisamente pochi a fronte di una spesa di 1.399€. 

Xiaomi

Xiaomi è una delle aziende cinesi più celebri che con le sue politiche di prezzo ha fatto breccia nel cuore di molti.

Un'altra caratteristica speciale che la fa amare e odiare è la sua interfaccia grafica: la MIUI, che è forse quella che più di tutte si allontana da Android Stock. Così come OPPO, anche Xiaomi ha i suoi sub-brand: Redmi e POCO, che seguono lo stesso modus operandi di Xiaomi.

Qui la politica degli aggiornamenti è complessa, perché Xiaomi non stabilisce precisamente quanto aggiornerà i propri smartphone e perché Xiaomi, oltre alla versione di Android, aggiorna anche la sua MIUI, che non sempre segue le versioni di Android. Quindi, può succedere che uno smartphone non venga aggiornato più a livello di sistema operativo, ma può ricevere una nuova versione della MIUI che ne integri le funzionalità. Inoltre, Xiaomi con i suoi sub-brand produce una quantità enorme di dispositivi, quindi è anche complicato supportare tutti.

In linea di massima possiamo dire che Xiaomi aggiorna i suoi smartphone con due o tre versioni di Android e riserva 3 aggiornamenti del sistema operativo solo ai top di gamma.

Perciò, se possiamo accontentarci di due major update per un medio gamma, di certo ci vanno più stretti tre aggiornamenti di Android su un top di gamma come lo Xiaomi 13 Pro, lanciato a un prezzo di 1.399€.

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