Mai accettare caramelle messaggi dagli sconosciuti, è una regola di buon senso, e dovrebbe far ormai parte delle buoni abitudini dell'internauta e di chi utilizza servizi digitali. Eppure le truffe online tramite invio di messaggi sono all'ordine del giorno. Nel caso specifico si torna a far luce sui tentativi di truffa tramite WhatsApp, una delle piattaforme di messaggistica più diffusa e utilizzata. Il modus operandi di questi truffatori può essere così schematizzato
- utilizzano un numero telefonico VoIP (pratica che è vietata dalle norme di WhatsApp, che vengono comunque aggirate)
- prendono di mira un utente in particolare o utenti a caso
- quando trovano un numero di telefono valido inviano un messaggio chiedendo qualcosa come "Scusa, chi sei? Ti ho trovato nella mia rubrica". Con questi messaggi, dai toni sempre gentili, cercano di conquistare la fiducia della vittima
- successivamente chiedono alcuni dettagli ad esempio il nome, l'età e il lavoro
- alla fine della conversazione chiedono di essere aggiunti nella lista di contatti di un account social (es. Instagram e Facebook)
Inserire sconosciuti nella propria lista di contatti social può non essere una buona idea, visto che apre le porte alla possibilità che il malintenzionato ricatti l'utente sottraendo, per esempio, sia foto vere contenute nell'account sia foto che vengono opportunamente ritoccate, e minacciando di divulgarle. Senza trascurare il fatto che aggiungere nella cerchia di amici/contatti uno sconosciuto gli dà la possibilità di conoscere altre informazioni personali della vittima (chi sono i suoi amici, cosa fa, quando lo fa, etc.), che potrebbero essere sfruttate per compiere altri tipi di reati. Può sembrare tutto molto teorico, ma la riflessione sui rischi legati a questi tentativi di truffa nasce dall'esperienza raccontata dai colleghi di WaBetaInfo e arricchita con lo screenshot che mostra come si conclude la conversazione con il truffatore.
Probabilmente agli utenti di servizi digitali con un minimo di esperienza non passa lontanamente per la mente la possibilità di cadere nel tranello, ma bisogna pensare che WhatsApp è utilizzato da un pubblico quanto mai variegato, tra cui ci sono anche soggetti più vulnerabili - si pensi ai minori -; ad aggravare il tutto c'è anche il fatto che in tempi di pandemia e distanziamento sociale a qualcuno potrebbe non sembrare poi così malvagia la prospettiva di espandere la propria rete di contatti virtuali accettando la richiesta di uno sconosciuto. Pessima idea.