Proprio qualche mese fa scrivevo che Siri risorgerà nel 2024 (o almeno si spera): ci sono ottime ragioni per crederlo, e ruotano tutte intorno al lavoro che Apple sta portando avanti sulla IA generativa.
L'intelligenza artificiale generativa (quella in stile ChatGPT e simili, per capirci) è già diventata uno strumento relativamente comune e le aziende della Silicon Valley stanno spingendo molto sui loro servizi: ad esempio, sembra che Google Bard sarà ovunque su Android e Microsoft ha già lanciato CoPilot anche su iPhone.
Insomma, è solo una questione di tempo prima che anche Apple si lanci nel mercato delle IA generative, e abbiamo prove concrete che la società sta già lavorando a un'intelligenza artificiale, con un chatbot internamente noto come Apple GPT. Mark Gurman, giornalista di Bloomberg molto informato su Apple, ha scritto che l'azienda era impegnata da tempo a sviluppare il suo Large Language Model (LLM), chiamato Ajax, e sarebbe rimasta spiazzata della rapidità con cui la concorrenza ha lanciato prodotti commerciali.
Insomma, l'intelligenza artificiale di Apple ci sarà, e probabilmente sarà integrata in Siri.
Annuncio al WWDC?
A tal proposito, un rumor condiviso dal blogger giapponese yeux1122 suggerisce (tra le altre cose) che Apple potrebbe annunciare la nuova versione di Siri con IA generativa già al WWDC di quest'anno, a giugno.
Le informazioni fornite dal blogger sono parecchie e sono da prendere con le pinze, anche considerando che yeux1122 non è stata sempre una fonte impeccabile in passato, ma che una nuova versione di Siri possa arrivare al WWDC è facile crederlo. D'altra parte, la conferenza di giugno è sempre stata dedicata agli sviluppatori e alla presentazione delle novità software, e non c'è occasione migliore per immaginare un annuncio simile.
Al contrario, potrebbero essere un po' più azzardate le altre previsioni, sulle quali vale comunque la pena speculare. Il blogger, infatti, suggerisce non solo una versione migliorata di Siri, che garantirà conversazioni più naturali e una miglior interazione tra i dispositivi, ma parla anche di un servizio di generazione di contenuti specifico per Apple e della possibilità di collegamento con altri servizi esterni.
E, ciliegina sulla torta, secondo le fonti di yeux1122, alcuni servizi o funzionalità potrebbero essere disponibili in abbonamento.
Chi pagherebbe per un ChatGPT fatto da Apple?
C'è quindi da chiedersi: chi pagherebbe un abbonamento per un servizio simile?
Tenendo sempre bene a mente che si tratta di uno scenario ipotetico, basato su un rumor da prendere con il giusto grado di dubbio, è una domanda interessante da porsi.
Anche perché se Apple lanciasse davvero un servizio di generazione contenuti e non si limitasse a una versione migliorata di Siri, ci sarebbe sicuramente un enorme lavoro di ricerca e sviluppo, nonché un uso massiccio di potenza computazionale in cloud e, neanche a dirlo, un'attenzione maniacale ai contenuti che possono essere generati. Insomma, le spese non mancherebbero.
Ma Apple è un'azienda che non può permettersi scivoloni sui contenuti: impensabile immaginare che una IA di Apple possa generare un Waluigi col fucile in mano e tutte le altre stranezze viste sugli sticker creati con l'IA di Facebook.
Apple è una società che cura la propria immagine in modo maniacale, con un'attenzione particolare ai contenuti sensibili: ancora una volta, è impensabile che una IA di Apple possa realizzare immagini o testi sessualmente espliciti, che possa trattare personaggi o marchi coperti da diritto d'autore e, più genericamente, che possa produrre contenuti che non siano limpidi e per famiglie, in pieno stile Apple.
Partendo da questo presupposto, possiamo immaginare quindi un servizio indirizzato a professionisti, con una narrazione che invita i creativi a esser ancora più creativi grazie alle immagini o ai testi generati da Apple, che toglierà loro il peso delle quisquiglie di second'ordine.
E, perché no, magari un servizio incluso anche in Apple One, che da qualche mese ha anche alzato i prezzi degli abbonamenti, per tirare a bordo i creator che già utilizzano a pieno l'ecosistema della mela.
Ma tutte queste sono solo speculazioni: quel che è certo, però, è che Apple non può più permettersi di rimandare la gara delle IA generative, ma non può neanche permettersi gli errori e gli scivoloni che i suoi rivali si sono ampiamente concessi nelle prime fasi di sviluppo di queste tecnologie.