In questi ultimi anni, gli enti regolatori hanno cercato di combattere il monopolio dei due store di app più importanti al mondo, App Store e Play Store, e sebbene Google sia più permissiva di Apple, ha dovuto venire a patti con gli Stati Americani (avete dato un'occhiata alla nostra selezione delle migliori app per trovare lavoro?).
Nelle scorse ore, infatti, è stato rivelato che la GrandeG a settembre aveva raggiunto un accordo con i 50 Stati statunitensi in una causa sulle pratiche del Play Store. È stata la stessa Google a chiarirlo in un post sul suo blog, e uno degli effetti (oltre a dover staccare un assegno da ben 700 milioni di dollari) è la semplificazione del sideload.
Per chi non lo ricordasse, il sideload è quella pratica che consente di installare app su un dispositivo al di fuori dello store. Google la consente, ma la osteggia con una serie di avvisi piuttosto terrificanti, e ora tutto questo cambierà, rendendo più semplice l'operazione.
A svelare cosa attenderci è il solito attentissimo Mishaal Rahman, che su Telegram ha pubblicato i dettagli della novità. In pratica se adesso, quando provate a installare un'app al di fuori del Play Store, dovete passare per due schermate, una di avviso e una di effettiva attivazione, in futuro tutto sarà combinato in un'unica.
Attualmente infatti dopo aver scaricato un'app, per esempio da APK Mirror, e la toccate per installarla, vi viene mostrata una finestra pop-up con l'avviso "Per la tua sicurezza, il tuo telefono non è attualmente autorizzato a installare app sconosciute da questa fonte. Puoi modificare questa opzione nelle Impostazioni", e se toccate la voce Impostazioni verrete rimandati alla pagina "Installa app sconosciute" che consente di abilitare il sideloading dalla fonte specificata.
Con la nuova funzione, le due schermate saranno unite e apparirà solo una pagina con un testo che recita: "Il tuo telefono attualmente non è configurato per installare app da questa fonte. Concedere questa autorizzazione di origine per installare app potrebbe mettere a rischio il tuo telefono e i tuoi dati".
Google non ha però fatto questa concessione ad libitum, e infatti dovrà mantenere l'impostazione come predefinita per un periodo di cinque anni dopo la sua implementazione e non potrà "introdurre ulteriore complessità materiale o carico nel flusso di sideloading predefinito rivisto solo perché un'app è stata caricata da altre fonti invece di essere scaricata da Google Play".
In realtà l'autorizzazione deve essere fatta solo una volta e dopo essere stata concessa il sistema vi chiederà semplicemente se vorrete installare un'app al di fuori del Play Store, ma nondimeno è un grande passo avanti.
Nel post del suo blog, Google descrive l'azione come un modo per riaffermare l'apertura e la scelta degli utenti, senza per questo sacrificare la sicurezza, ma come possiamo intuire non è stata una sua volontà.
Oltre ad aver sborsato 700 milioni di dollari (di cui 630 milioni di dollari saranno versati in un fondo di regolamento per i consumatori, mentre 70 milioni di dollari saranno versati in un fondo per gli Stati), nei termini dell'accordo figurano anche opzioni di fatturazione alternative nel Play Store per gli acquisti in-app, che consentiranno agli sviluppatori di mostrare anche diverse opzioni di prezzo all'interno dell'app (ad esempio offerte tramite il sito proprio web o un app store di terze parti).
Google ha ribadito di aver sperimentato questa fatturazione alternativa negli Stati Uniti per oltre un anno, e che ora la estenderà anche ad altri mercati.