La chiave digitale per auto ha ora un logo, ma la storia non è così semplice

9 months ago 168

I nostri smartphone servono ormai per tutto, quindi perché non utilizzarli per aprire le portiere dell'auto e persino avviare il motore? Stiamo parlando delle cosiddette chiavi digitali, che ora hanno finalmente ricevuto uno standard e un logo per garantire la compatibilità con la tecnologia (a proposito, sapete come funziona l'ultra wideband?). 

Ad annunciarlo, il Car Connectivity Consortium (CCC), un gruppo industriale che comprende la maggior parte delle principali aziende automobilistiche, come Ford, GM, BMW, Honda, Hyundai e Mercedes-Benz, nonché produttori di telefoni come Apple, Samsung e Xiaomi

Con questo accordo, i produttori di auto e dispositivi interessati possono presentare i prodotti al CCC, farli testare per valutare i criteri di sicurezza, protezione e interoperabilità, e ricevere così, in caso di esito positivo, una certificazione CCC Digital Key. Questo consentirà di utilizzare il logo ufficiale (qui sotto) nei loro prodotti come garanzia ai clienti che il dispositivo soddisfi tutti gli standard delle chiavi digitali di CCC.

Quindi se comprerete un telefono o un'auto nuova dotata della funzionalità, probabilmente sulla scatola (per il primo) o nel manuale troverete questo marchio, il che significa che potrete utilizzare il dispositivo per aprire le portiere della vettura.

La certificazione CCC Digital Key ha lo scopo di stabilire una "compatibilità globale di prodotti e servizi per un'esperienza senza soluzione di continuità indipendentemente dall'auto o dal dispositivo", il che consente ai consumatori di sapere che la tecnologia funzionerà sempre, anche quando cambiando telefono o auto.

Già, ma di che tecnologia stiamo parlando? È qui che le cose si fanno un po' più complicate. Il certificato CCC Digital Key è un programma per chiavi digitali che utilizzano l'NFC: i telefoni dotati di NFC devono essere appoggiati contro la maniglia della portiera per sbloccarla.

Ma non è l'unica soluzione disponibile, ci sono anche l'ultra wideband (UWB) o il Bluetooth Low Energy (BLE), che consentono l'ingresso e l'avvio passivi, il che significa che gli utenti non bisogna tirare fuori il telefono e toccare la maniglia per sbloccarla, ma che può essere utilizzato a una distanza maggiore.

Per quanto riguarda l'NFC e il BLE non è un problema, ma l'UWB è già molto meno diffuso sui telefoni. E che dire della certificazione? Ricordiamo che la certificazione di cui stiamo parlando riguarda solo l'NFC, mentre per le altre due tecnologie la strada è ancora lunga. Il CCC ha appena formato un gruppo di lavoro con il FiRa Consortium, un'organizzazione senza scopo di lucro che supporta la banda ultra larga (UWB) e include Apple, Google, Cisco, Samsung, Qualcomm e altri come membri per sviluppare un processo di certificazione per l'UWB, così come per il BLE. 

Diverse tecnologie equivale a diverse certificazioni, ma questo complicherà non poco la vita degli utenti, che dovranno orientarsi in un ginepraio di termini e loghi. Tutti afferenti a un'unica funzione, la chiave digitale.

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