Sembrerebbe che la lotta del Governo alla pirateria non stia dando i frutti sperati. Secondo quanto diffuso da La Repubblica, al vertice ci sarebbero due schieramenti che non avrebbero ancora trovato un giusto equilibrio: da una parte i broadcaster e la Lega di Serie A, dall'altra le società di internet, le quali dovrebbero oscurare i siti pirata segnalati. In particolare, queste società, entro 30 minuti dall'inizio delle partite, dovrebbero oscurare lo schermo.
In questo modo, il "pezzotto" avrebbe dovuto subire un duro colpo ed invece il Garante delle Comunicazioni (AgCom) ha esternato delle preoccupazioni circa la sostenibilità legale di operazioni del genere. Entrando nei dettagli della notizia, l'AgCom dovrà creare una piattaforma tramite le quale la Lega di Serie A ed i broadcaster potranno segnalare in tempo reale i siti pirata. Questa operazione, però, sarebbe in ritardo, e per questo motivo la Lega ha deciso di donare al Garante la propria piattaforma di monitoraggio: in questo modo, i tempi dovrebbe subire un'accelerazione.
Tuttavia, le problematiche non si sono esaurite.
Difatti, sembrerebbe che alcuni siti pirata, oscurati, abbiano addirittura proceduto a fare causa. Dietro a tale decisione, ci sarebbero dei vizi procedurali. Sul piano legale, quindi, il discorso sarebbe più complesso, a partire dalla necessità della "prova digitale forense", che l'AgCom pretende da Lega e pay-tv. Si tratta di un passaggio burocratico necessario per decretare la violazione del diritto d'autore.
In termini pratici, alla segnalazione del sito pirata andrebbe allegata una relazione tecnica, che dovrà includere una foto del sito pirata proprio mentre trasmette la gara in diretta (oltre che informazioni sul flusso di traffico generato). Insomma, un processo non propriamente rapido, ovvero il contrario di ciò a cui aspirava la nuova legge anti "pezzotto".