La transizione verso la mobilità elettrica è un argomento particolarmente divisivo, soprattutto in un Paese legato storicamente all'auto di proprietà come il nostro, e uno dei punti più dibattuti è l'effettivo risparmio in termini ambientali da parte dei veicoli a batteria (a proposito, sapete cosa sono le batterie a stato solido?).
La domanda è semplice quanto pressante: le auto elettriche inquinano di meno o di più delle auto a motore termico? Se guardando le vetture la risposta potrebbe sembrare semplice, in quanto le prime non producono residui dovuti alla combustione, andando ad analizzare l'intero ciclo di vita la situazione si complica, e uno studio della VDI, l'associazione degli ingegneri tedeschi, ha gettato una luce sulla questione. Scoprendo che mediamente le auto elettriche inquinano meno, ma solo dopo 90.000 km.
Nello studio effettuato in collaborazione con il Karlsruhe Institute of Technology (KIT), sono state confrontate tre tipologie di veicoli, auto elettriche (Volkswagen ID.3), ibride (Ford Focus mild hybrid, Toyota Corolla full hybrid e Volkswagen Golf plug in hybrid) e auto con motore a combustione interna (Ford Focus a benzina e Golf a gasolio).
Il problema principale è la produzione di batterie, un processo estremamente inquinante dovuto ai processi ad alta intensità di sfruttamento risorse e al momento quasi esclusivamente effettuato dall'industria asiatica. Non è solo la produzione a generare inquinamento, anche il trasporto ha un impatto notevole, e i due fenomeni sommati creano una "zavorra" da smaltire rispetto ai veicoli a combustione interna (nell'immagine sotto vedete le emissioni di CO2 da parte dei vari componenti di un'auto e in giallo si può notare come le batterie siano quello più inquinante).
Come si vede dal grafico, più è grande la batteria, più inquina, di fatto inutilmente perché la maggior parte degli utenti non ha bisogno di batterie estremamente capaci in quanto utilizzano la vettura per tragitti giornalieri brevi.
Ecco quindi che per compensare questo impatto ambientale le auto elettriche iniziano a essere più pulite solo dopo 55.923 miglia (90.000 km), mentre considerando il ciclo vitale nel suo complesso, 124.274 miglia (200.000 km), sono una scelta decisamente più verde.
A fine vita, un'auto elettrica avrà infatti prodotto 24,2 tonnellate di emissioni di CO2, contro le 33 tonnellate di un'auto diesel, oltre il 36% in più.
E le auto ibride? Secondo lo studio, a fine vita un veicolo ibrido plug-in dovrebbe emettere 24,8 tonnellate di CO2, solo 0,6 tonnellate in più di un EV.
C'è poi un'altra considerazione da fare: la fonte dell'elettricità. Se infatti un veicolo elettrico viene alimentato con energia proveniente da combustibili fossili, potrebbero volerci fino a 99.419 miglia (160.000 km) per diventare più verde di un veicolo a combustione interna, di fatto equiparando la produzione di CO2, ma spostandola dalle strade alle centrali termoelettriche.
Insomma, conclude lo studio, c'è ampio spazio per il miglioramento. Prima di tutto la produzione (e il riciclo) di batterie, e in secondo luogo la necessità di una rete elettrica che si basa su fonti rinnovabili o quantomeno che non producono CO2.
Lo studio conclude anche incoraggiando l'utilizzo delle ibride plug-in e dei cosiddetti e-fuel, il che richiama ai recenti accordi tra UE e Germania che consentiranno di produrre veicoli con questa tecnologia anche dopo il 2035 (e alle polemiche per l'esclusione dei biocarburanti proposta dall'Italia).
Senza entrare nel merito della questione, in quanto questa chiusura avrà sicuramente un buon numero di detrattori, così come lo studio alimenterà il dibattito tra promotori della mobilità elettrica e i più critici, su un punto si troveranno tutti d'accordo: l'invito a utilizzare maggiormente i trasporti a rotaia nelle aree urbane.